Un racconto corale tra mito, archeologia e paesaggio. Dal 20 dicembre 2025 al 7 giugno 2026, la Basilicata diventa il palcoscenico di un progetto espositivo fuori dagli schemi: «Le dee del grano», una mostra diffusa che non si concentra in un unico luogo, ma si dispiega nel tempo e nello spazio, coinvolgendo musei, paesaggi e comunità.

Scultura di terracotta rappresentante una testa umana con dettagli distintivi, simbolo della connessione tra mitologia e archeologia nella tradizione lucana.

Non si tratta di una semplice esposizione itinerante, bensì di un racconto unitario costruito per tappe complementari, concepite per dialogare tra loro e con il territorio. Il filo conduttore è il grano, elemento fondante dell’economia, della ritualità e dell’immaginario simbolico mediterraneo, osservato attraverso il prisma del mito, dell’archeologia e delle tradizioni locali.

Un amuleto in pietra che rappresenta una figura femminile con due bambini, simboleggiando la maternità e la fertilità, in un contesto archeologico lucano.

Il tempo della semina: le sedi espositive iniziali

Mito, culti e comunità del pane

La prima fase del progetto, simbolicamente dedicata alla semina, coinvolge quattro importanti istituzioni museali lucane. In questa fase iniziale prende forma il racconto delle dee delle messi, delle pratiche rituali a esse collegate e delle comunità umane che, da millenni, vivono in simbiosi con la terra.

  • Matera – Palazzo Lanfranchi
    La sezione «Dee e donne. Sotto e sopra la terra, dalla discesa al ritorno» esplora il ciclo vita–morte–rinascita, intrecciando mito, lavoro agricolo e dimensione femminile del sacro.
  • Metaponto – Museo Archeologico Nazionale
    Con «Il grano senza le dee» l’attenzione si sposta sugli aspetti materiali e produttivi dell’agricoltura, indagando una fase precedente o parallela alla sacralizzazione del cereale.
  • Policoro – Museo Archeologico Nazionale della Siritide
    La sezione dedicata a «Culti e simboli di Demetra ad Herakleia» approfondisce la devozione alla dea delle messi nella Magna Grecia, tra archeologia e religiosità coloniale.
  • Potenza – Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu”
    «Terra, radici, memoria e rinascita» collega il dato archeologico alla memoria contemporanea, mostrando come il passato continui a nutrire l’identità del territorio.

Il ciclo delle stagioni: le tappe future

Dettaglio di un vaso greco antico che rappresenta figure danzanti, con colori e motivi caratteristici della ceramica attica.
Foto: Direzione Regionale Musei nazionali della Basilicata

Dal silenzio della terra al tempo del raccolto

Il progetto prosegue seguendo fedelmente il calendario agricolo, trasformando la mostra in un’esperienza temporale oltre che spaziale:

  • Tricarico, nel tempo del vuoto vegetativo, quando il seme riposa sotto terra;
  • Melfi, nella stagione dei germogli, segno del ritorno della vita;
  • Grumento, durante la mietitura e il raccolto, momento culminante del ciclo agrario (estate 2026);
  • Matera – Museo Diocesano (MATA), per l’avvio di una nuova semina, chiudendo e riaprendo simbolicamente il cerchio.

Un paesaggio narrativo condiviso

Le dee del grano invita a guardare la Basilicata come un unico grande paesaggio narrativo, in cui musei, campagne, miti e stagioni diventano capitoli di una storia millenaria. Ogni tappa è una soglia, ogni stagione una trasformazione: un’esperienza che restituisce al visitatore il tempo lungo della terra e il legame profondo tra natura e cultura.

ℹ️ INFORMAZIONI UTILI

Le dee del grano
📍 Basilicata, sedi varie
📅 20 dicembre 2025- 7 giugno 2026
🌐 Info: www.museimatera.it

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