BEVAGNA (PG), 5 giugno 2019 – Nel cuore dell’Umbria, nella straordinaria quinta naturale rappresentata dal centro storico di Bevagna (Perugia), uno dei borghi più suggestivi d’Italia, torna dal 20 al 30 giugno prossimi una rievocazione storica dal sapore unico: il Mercato delle Gaite. «Non una rievocazione medievale qualunque, bensì la più importante e attendibile nel panorama europeo», l’ha definita nel 2016 la Guida “Lonely Planet” dell’Umbria. Protagoniste assolute del Mercato, ormai giunto alla trentesima edizione, sono le Gaite: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Quattro come i quartieri in cui si divide il borgo, che si sfidano nella ricostruzione dei mestieri medievali in una gara di eccezionale qualità e grande suggestione.
Storie & Archeostorie, così come Perceval Archeostoria, Italia Medievale e Festival del Medioevo, sono mediapartner dell’evento.

Quattro Gaite, un borgo – Negli anni le Gaite hanno proposto la ricostruzione di diversi mestieri, sperimentando e direzionando la loro ricerca in maniera sempre diversa. San Giorgio si estende tra la piazza maggiore e la Porta San Vincenzo, a destra della via Flaminia (attuale Corso Matteotti) e si è caratterizzata nel tempo per la lavorazione del ferro, la zecca e la liuteria: oggi propone la bottega del dipintore e la lavorazione della canapa. San Giovanni, che si trova a sinistra della Flaminia, raggiunge invece l’eccellenza nella fabbricazione della carta e nella riproduzione della lavorazione del vetro. San Pietro, collocata dalla piazza maggiore verso la Porta Sant’Agostino (attuale Corso Amendola), nel tempo ha ricostruito i mestieri del fornaio e dello speziale e il laboratorio per la lavorazione della cera. Davanti alla Gaita San Pietro si apre, infine, la Santa Maria, che ha riproposto sia la lavorazione della canapa per la produzione di tele e di resistenti cordami, che quella della lana (e oggi della seta).

Animazione spettacolare – La formula del Mercato delle Gaite è apparentemente semplice. La manifestazione è introdotta da un grande “Banchetto Medievale” in piazza Silvestri: quest’anno si svolgerà sabato 8 giugno 2019 alle ore 20.30 con il titolo “Nomen Omen. Coena in refectorio fratrum” e pietanze, allestimenti e animazione saranno a cura della Magnifica Gaita San Pietro (Prenotazioni qui). Aperta dalle cerimonie del giuramento del Podestà e della consegna del dono al Vescovo, seguite dalla sfilata delle Arti, rievoca la vita del Comune fra la metà del Duecento e la metà del Trecento attraverso tre specifiche sfide fra i quartieri, le Gaite appunto (programma completo qui). La prima ha per tema la ricostruzione di due mestieri con i rispettivi cicli produttivi, dalla materia prima al prodotto finito, la seconda un ambiente conviviale con il servizio di cibo dell’epoca, la terza una giornata di mercato. A queste gare “di ricostruzione”, rese più vive dalla qualità dell’animazione scenica e della recitazione, se ne aggiunge una quarta, stavolta di pura abilità, la gara di tiro con l’arco. Ogni prova, giudicata da apposite giurie di esperti, attribuisce alle Gaite in concorso uno specifico punteggio ed alla fine vince, naturalmente, chi ha totalizzato la somma dei voti più alta.


Una formula vincente – «In realtà – chiosa Franco Franceschi, professore associato di Storia medievale presso l’Università di Siena e responsabile scientifico dell’evento – si tratta di un evento complesso e di difficile realizzazione, il cui successo ha diverse ragioni. La prima, essenziale, è l’intuizione di puntare sul Medioevo dell’economia e della cultura materiale, la voglia di rendere appassionante e straordinario ciò che di per sé potrebbe apparire ordinario, ossia la narrazione delle attività che fondano la trama dell’esistenza umana: preparare il cibo, produrre oggetti, scambiarli. La seconda è il ruolo della competizione e della valenza identitaria che questa assume: la festa, al di là di tutto, resta una gara, con le sue asprezze e le sue polemiche, ma anche con la sua capacità di mobilitare – e non solo per dieci giorni all’anno – le energie e l’entusiasmo di tanti appassionati. Infine c’è lo sforzo di raggiungere il massimo rigore filologico e la maggiore verosimiglianza storica nelle ricostruzioni: i ‘quadri di vita’ allestiti a Bevagna, per l’aderenza alla documentazione e la capacità di riprodurre il clima e le tonalità della società del tardo Medioevo, hanno uno spessore inedito, che li differenzia dalle innumerevoli rievocazioni sparse in tutta Italia, anche da quelle meglio congegnate.

Gaite “superstar” dello schermo – Il Mercato delle Gaite piace, e tanto. Al punto che il 2019, trentesimo anno della manifestazione, ha segnato per l’evento un traguardo prestigioso e insperato. «Nessuno degli ideatori e dei primi rievocatori – spiega ancora Franceschi -, poteva immaginare tanta longevità; né il successo di critica e di pubblico che la festa ha riscosso e continua a riscuotere, e neppure la sua presenza stabile sulla carta stampata, nei programmi televisivi o sui social media». La manifestazione è stata immortalata dal grande fotografo Steve McCurry e il popolo delle Gaite, con le loro ricostruzioni, è finito sui set di grandi produzioni come la miniserie televisiva Il nome della Rosa di Giacomo Battiato (2019) e il film Blessed Virgin di Paul Verhoven (in uscita nel 2020). Ma non solo. La festa è stata un volano fondamentale per lo sviluppo economico di Bevagna e nel suo territorio, divenuti oggi tappe fisse nei percorsi turistici che attraversano la Valle Umbra.

Giurie di qualità – E in effetti lo spettacolo, e di altissimo livello, è garantito. Se le vere e proprie gare, per motivi organizzativi e logistici, sono riservate alle giurie, i cui membri sono scelti tra i più noti nomi della medievistica e della divulgazione storica (lo scorso anno anche il nostro direttore, Elena Percivaldi, ha avuto il grandissimo onore di farne parte: elenco completo qui), i visitatori potranno entrare nelle botteghe medievali aperte e assistere alle prove in costume delle gare. I mestieri rievocati oggi sono: Ars Tinctoria-Scriptorium (Gaita San Pietro), Ars Chartaria-Magistri Portarum (Gaita San Giovanni), Ars Sete-Magistri Lignaminis (Gaita Santa Maria) e Zeccherius-Ars Canepis (Gaita San Giorgio). La visita continua con gli spettacoli itineranti e le esibizioni di musici e giullari, e si possono assaggiare nelle locande e nelle taverne allestite in ogni Gaita i piatti della cucina medievale. Quelli seri, provati e riprovati a partire dai ricettari d’epoca, senza lasciare nulla al caso.
Tanti mestieri e sempre aperti – Per fortuna i mestieri così sapientemente ricostruiti, una volta finito l’evento non vanno “in vacanza”, anzi. Il Circuito dei Mestieri è sempre aperto su prenotazione anticipata di almeno 5 giorni per gruppo, partire da un minimo 8/10 persone. E’ dunque possibile ammirare anche durante l’anno la cartiera di Mastro Cecco con la sua grande macchina azionata dall’acqua e i suggestivi spazi angusti e odorosi di colla animale, così come la cereria dove si producono candele, il setificio con il torcitoio e i telai mossi dalle donne, infine la bottega del “dipintore” dove si sperimentano le fasi della tempera su tavola e si svelano i segreti dell’arte medievale. E trascorrere davvero, in maniera scientificamente corretta ma coinvolgente e spettacolare, un giorno nel Medioevo.

CONSULTA QUI IL PROGRAMMA COMPLETO
Per informazioni:
Associazione Mercato delle Gaite
Piazza F. Silvestri, 1
06031 Bevagna (PG)
Tel > 0742 361847 | 335.5977629
Mail > info@ilmercatodellegaite.it | stampa.mercatodellegaite@gmail.com
Fb > @mercatodellegaite | Twitter > @gaitebevagna