© Elena Percivaldi – Perceval Archeostoria 2010-
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BEVAGNA (PG), 21 dicembre 2018 – Lo splendido paese medievale di Bevagna (Pg), noto per l’importante “Mercato delle Gaite” che ogni anno a giugno fa rivivere momenti e spaccati di vita quotidiana dell’età di mezzo, organizza per questo Natale un Presepe vivente ambientato negli anni Trenta del Trecento. “Stella Nova ‘n fra la Gente” (questo il titolo dell’iniziativa) è organizzato dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo in collaborazione con l’Associazione Mercato delle Gaite ed il Comune nei giorni 29 e 30 dicembre (dalle 16.30 alle 19.30, ingresso da piazza Gramsci) e si annuncia altamente suggestivo. Protagonisti indiscussi saranno il Medioevo e la magnifica cornice di Piazza Silvestri, il duecentesco Palazzo dei Consoli, le due chiese di San Silvestro e di San Michele e il giardino parrocchiale. Qui si rivivranno scene di vita trecentesca: gli artigiani, il mercato, la taverna, le musiche e i profumi dell’epoca nella ricostruzione del grande mistero della manifestazione dell’Umanità di Cristo. Figure centrali saranno i Re Magi, che condurranno il pubblico, attraverso un percorso ricco e suggestivo, fino alla Grotta. L’ideazione e la consulenza scientifica dell’evento sono di Franco Cardini, Davide Baldi, Franco Franceschi e Ughetta Sorelli, mentre la direzione artistica e realizzazione sono di Davide Gasparrini.
LA LUNGA STORIA DEL PRESEPE – La tradizione del presepe divenne molto popolare nel tardo Medioevo, tuttavia le sue origini sono più remote nel tempo. Nei primi secoli di diffusione del Cristianesimo, infatti, i romani a dicembre partecipavano ai riti legati all’inizio dell’inverno, a cominciare dai Saturnalia. A insistere sulla necessità di rendere il Natale unicamente cristiano, rinunciando a ogni retaggio pagano, fu nel V secolo papa Leone Magno, il quale stabilì anche le circostanze “sceniche” in cui si svolse la nascita di Gesù. Il suo pensiero era funzionale a sconfiggere il paganesimo e le eresie che caratterizzavano il dibattito teologico. In particolare, il papa voleva combattere quanti negavano la compresenza, nella figura di Cristo, di entrambe le nature, divina e umana; tramite l’istituzione del Natale, il miracolo dell’incarnazione e della nascita di Gesù, principio divino fattosi carne, poteva essere narrato al popolo in modo appropriato, così come il parto virginale di Maria e il ruolo di Giuseppe come padre putativo del Cristo.
Leone e i teologi che lo seguirono attinsero ai Vangeli, in particolare a quello di Luca, per stabilire che il Salvatore nacque in una mangiatoia. Il bue e l’asinello comparvero per la prima volta nel III secolo con Origene, il quale interpretò a suo modo una profezia di Isaia secondo la quale «un bue ha riconosciuto il suo proprietario e un asino la mangiatoia del suo padrone». In quegli animali, Isaia intendeva probabilmente alludere a pagani ed ebrei, ma Origene volle orientare la profezia in senso salvifico, adattandola alla nascita di Gesù.
La grotta fece il suo ingresso nel VIII secolo, tramite il Vangelo apocrifo dello Pseudo-Matteo, il quale descrive la nascita del Bambino a Betlemme in una spelonca di roccia indicata da un angelo, che iniziò a splendere miracolosamente. La presenza della pietra simboleggia la durezza della vita che Cristo dovrà affrontare per salvare l’umanità dal peccato. Quanto ai Magi, è ancora una volta Leone Magno, attingendo stavolta dal Vangelo di Matteo, a farne menzione, stabilendone il numero in tre. I loro nomi, Gasparre, Melchiorre e Baldassare, così come i doni che portano (l’oro a indicare l’avvento di un re, l’incenso l’avvento di una divinità e la mirra, unguento impiegato nell’imbalsamazione, il trionfo sulla morte) appaiono invece più tardi (tra le prime raffigurazioni, un mosaico del VI secolo nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna). A tutti questi elementi si ispirerà san Francesco quando, nel 1223, allestirà il celebre Presepe di Greccio, portando così anche visivamente il Cristo Bambino tra il popolo. Nel suo presepe mancavano ancora Giuseppe e Maria (che sarebbero comparsi molto tempo dopo) e il bimbo era adagiato nella greppia, adorato dagli animali. Grazie al Poverello di Assisi era nato il presepe, e con esso il Natale, moderno.

IL PRESEPE A BEVAGNA – «Come scrisse Niccolò Cusano – spiegano Franco Cardini e Ughetta Sorelli -, i re Magi sono la prova dell’universalità del Cristianesimo, l’anello di congiunzione tra il messaggio del Dio d’Israele e l’intera umanità e il momento storico che stiamo vivendo ne rende le figure quanto mai attuali. Il 29 e 30 dicembre saranno loro i protagonisti del ‘percorso animato’ che accenderà il cuore di Bevagna, dilatato a simboleggiare tutto il mondo conosciuto, dal Monte Usida a Betlemme, con al centro Gerusalemme».
Ma come allestivano un presepe vivente i bevanati degli anni trenta del Trecento, già tanto devoti al patrono Giacomo Bianconi? Ce lo raccontano ancora i due storici: «Ispirati dai testi di antichi ludi, sermoni e sacre rappresentazioni umbre, centinaia di figuranti, grandi e piccini, animeranno Piazza Silvestri – dominata dalla Stella e dal Monte Persiano – con il mercato e le botteghe artigiane delle quattro Gaite, i suoni e i colori di musici e giullari. Fra canti e letture sacre, nella chiesa di S. Silvestro (Gerusalemme) i Magi incontreranno Erode nella sua reggia e a S. Michele (Betlemme) parleranno i Profeti e la Sibilla, l’Angelo dell’Annunciazione, Maria e Giuseppe; dopo la sosta a una taverna medievale, i visitatori entreranno nei giardini parrocchiali, dove l’Angelo visiterà i Pastori e i Magi renderanno omaggio al Bambino nella Grotta. Ma attenzione: il viaggio non inizierà nel XIV secolo, e neppure nel 2018, bensì nel 1874, all’interno di una bottega di presepi».
Per informazioni: Tel. 0742 -361847
e-mail: presepeviventemedievalebevagna@gmail.com
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