PIACENZA – [Fonte: comunicato Archivio di Stato di Piacenza] Quella del notaio è l’attività che ha permesso di conservare una larga messe di documenti medioevali, privati e pubblici. Tra formule e disposizioni contrattuali, segni e disegni possono dar conto dell’immaginario dell’uomo medioevale e ci riportano alla dimensione privata del professionista. A questo tema è dedicata la mostra “In signo notarii” a cura di Anna Riva con contributi di Ezio Barbieri, Marta L. Mangini, Federica Gennari e Filippo Catanese, aperta presso l’Archivio di Stato di Piacenza fino al 24 febbraio 2017.
La mostra completa il convegno che si è tenuto lo scorso settembre e che ha visto le relazioni di Ezio Barbieri (Università degli Studi di Pavia), Documento vero / documento falso: documento credibile; Marta L. Mangini (Università degli Studi di Milano), Coperte fa rima con scoperte. Primi sondaggi sui reimpieghi di protocolli notarili tra Bobbio e Piacenza (secolo XIII); Federica Gennari (Centro Italo-Tedesco di Piacenza), L’immaginario dell’uomo medioevale. I disegni dei notai piacentini; Filippo Catanese (archivista), Dall’imbreviatura all’instrumentum: il caso di Michele e Gabriele Mussi (1307-1350); Anna Riva (Archivio di Stato Piacenza), Troppo bello per essere vero: falsi e falsari nell’Archivio di Stato di Piacenza. Gli Atti del convegno saranno pubblicati in un numero monografico del 2017 del Bollettino Storico Piacentino.
L’idea della mostra è nata dal progetto della Chartae Vulgares Antiquiores per il quale hanno lavorato due borsisti (lo stesso Filippo e Paola Agostinelli) presso l’Archivio di Stato di Piacenza, coordinati dal prof. Nello Bertoletti dell’Università di Trento.
Questo progetto prevede di censire ed editare le prime attestazioni in volgare, è un progetto MIUR denominato PRIN (Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) delle Università di Trento, Venezia e Perugia che si muove dapprima su documenti dell’area veneta e marchigiana e si allarga ad altre zone. Da questa ricerca e da altri studi condotti in precedenza è nata l’idea di questa giornata e, soprattutto, di questa mostra che vuole rendere visibile anche ad un pubblico di non specialisti la prima parte del fondo Notarile (secc. XIII-XIV) in alcuni suoi caratteri “estrinseci” non legati, appunto, al contenuto patrimoniale e giuridico ma iconografici e materiali, legati al mondo dei “segni”.
La mostra nelle sue piccole sezioni tratta dei signa tabellionis, dei termini professionali, di legature e coperte, della traditio notarile , dei falsi e delle falsificazioni, infine dell’immaginario dell’homo medievalis.
Dal sito dell’Archivio di Stato è possibile scaricare in formato PDF (7239 Kb) i 14 pannelli della mostra che accompagnano l’esposizione dei documenti originali.