Una ricca tomba femminile del IV secolo a.C. torna alla luce in piazza San Giustino a Chieti. Al suo interno, i resti di una donna minuta sontuosamente abbigliata e ingioiellata, e accompagnata da un corredo di vasellame e ceramiche d’importazione.
di Redazione / EP (foto: ©Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Chieti e Pescara)

Una ricchissima sepoltura ellenistica (IV-III secolo a.C.) è stata ritrovata in questi giorni a Chieti. La scoperta, si legge in una nota pubblicata dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Chieti e Pescara, è avvenuta nell’ambito del progetto di riqualificazione di piazza San Giustino realizzato dal Comune con la collaborazione della stessa Soprintendenza, responsabile delle ricerche archeologiche.
Tagliata nel banco geologico argilloso, la tomba si presenta ora a pochi centimetri dalla superficie a causa degli sbancamenti che hanno interessato in passato Colle Gallo. La sepoltura è “miracolosamente” scampata ai vari tagli in profondità effettuati per la costruzione delle cisterne (romana e ottocentesca), così come agli interventi volti alla realizzazione di fosse granarie, buche d’albero, trincee per canalizzazioni e sottoservizi, e infine fondazioni di strutture edilizie che interessano la zona orientale della piazza.

La struttura funeraria, giudicata dagli archeologi “inusuale” per la forma “quasi quadrangolare definita nel perimetro da lastre e blocchetti di arenaria”, risulta doppia nell’estensione rispetto alle normali sepolture e appare finora “unica” nel contenuto. Al suo interno giaceva infatti una donna piuttosto minuta nelle proporzioni, ma robusta nell’ossatura, accompagnata nell’Aldilà da un ricchissimo corredo di vasi bronzei e ceramici, questi ultimi di importazione. La defunta era riccamente abbigliata e ornata da fibule, elementi decorativi in bronzo, monili e collane – di cui restano i vaghi, in pasta vitrea – e amuleti. Il suo corpo era stato deposto supino lungo il lato meridionale della fossa, rivolto ad ovest; in alto, alla sua destra, erano invece stati sistemati gli oggetti del ricco corredo.

Terminato lo scavo, a chiarire, se possibile, la struttura della necropoli che occupava questa parte del colle saranno lo studio dei materiali, così come le analisi antropologiche e quelle condotte sul contenuto dei vasi, le indagini sull’intero contesto tombale e sui processi post-deposizionali di alterazione dello stato iniziale, oltre a quelle topografiche. Si potrà così ricostruire con maggiori dettagli la storia dell’antica Teate nel IV secolo a.C., periodo che ha ancora pochi elementi documentati, ma che da quanto già emerso risulta caratterizzato da una società e da un’economia ricettiva alle importazioni e agli apporti esterni, e già preminente nel contesto territoriale marrucino.
Fonte: Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Chieti e Pescara
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