La tomba, databile al III secolo d.C. e accompagnata da fibule, un pettine, una pedina da gioco e due rari calici di vetro decorati, potrà gettare nuova luce sui Gutones, popolazione ritenuta alla base dell’etnogenesi dei Goti.
di Elena Percivaldi (Foto: ©Департамент архітектури та містобудування Львівської ОДА / Dipartimento di Architettura e Pianificazione Urbana dell’Amministrazione della regione di Leopoli – RIPRODUZIONE VIETATA). *

Gli archeologi hanno riportato alla luce in Ucraina, nella regione di Leopoli, una tomba del III secolo d.C. con un interessante corredo composto da fibule, un pettine, una pedina da gioco e due calici di vetro di tipologia finora mai attestata nell’area. Un ritrovamento inedito, dunque, che contribuirà a gettare nuova luce sui Gutones, popolazione che le fonti classiche – in primis il geografo Tolomeo – descrivono stanziata a est del fiume Vistola, nell’odierna Polonia, ritenuta una delle culture tribali alla base dell’etnogenesi dei Goti.

La notizia della scoperta è stata diffusa dal Dipartimento di Architettura e Pianificazione Urbana dell’Amministrazione della regione di Leopoli, che ha sottolineato come il ritrovamento, avvenuto nel distretto di Červonozavods’kyj della città di Charkiv, sia riferibile alla cosiddetta Cultura di Wielbark (o Willenberg), fiorita nella prima metà del I secolo lungo la Vistola prendendo il posto della Cultura di Oksywie. Quella di Wielbark è ritenuta tra le culture fondanti l’etnogenesi dei Goti-Gutones. L’origine dei Goti è oggi localizzata dalle più recenti ricerche proprio in Pomerania, accantonando quindi per diverse ragioni, tra cui l’assenza di prove archeologiche, quanto asserito da Jordanes (e ripreso da un’opera perduta di Cassiodoro) nei Getica, ossia l’origine dei Goti nell’isola di Scandza (Scandia), in Scandinavia. La testimonianza di Jordanes andrebbe quindi intesa – al pari di quella di Paolo Diacono (che a sua volta si rifà all’Origo gentis Langobardorum) relativa alla provenienza scandinava dei Longobardi – come semplice “topos delle saghe tribali” (Volker Bierbrauer).

La Cultura di Wielbark è documentata principalmente da necropoli a doppio rituale (inumazione in sepolture a tumulo e cremazione); le tombe femminili sono caratterizzate dalla presenza di gioielli distintivi, mentre al contrario in quelle maschili i corredi sono scarsi e le armi generalmente assenti. Nella seconda metà del II secolo le necropoli della Pomerania e quelle a ovest della bassa Vistola furono abbandonate, segno che i Goti di Wielbark emigrarono dal loro luogo di origine verso oriente, per stabilirsi nelle zone a est della media Vistola scacciandovi i Vandali. Qui rimasero fino alla fine del IV secolo d.C., controllando militarmente il fiorente commercio dell’ambra dal Baltico, mentre una parte proseguì la migrazione , in piccoli gruppi, verso sud andando ad occupare, tra il nei primi decenni del III secolo, la Volinia e la Moldavia settentrionale e infine, a partire dalla metà del III secolo, il resto della Moldavia e quindi l’Ucraina.

“All’interno della sepoltura – spiega Olena Vasylko, direttore del Dipartimento artefice della scoperta – , oltre ai resti umani gli archeologi hanno rinvenuto frammenti di due calici di vetro che, al momento, non hanno confronti in Ucraina. Del corredo tombale faceva parte anche un pettine, una fibula di bronzo, parte di una scatola lignea ricoperta con lamine bronzee decorate e un frammento di un gettone di pasta vitrea bianca, probabilmente una pedina da gioco simile a quelle in uso nell’impero romano”.

Come noto, le grandi migrazioni innescate nel II secolo portarono le popolazioni stanziate nelle grandi pianure dell’est a spostarsi a ondate verso i confini orientali dell’impero. Quando i Goti iniziarono a muoversi, dal loro luogo di origine, verso sud-est e l’Europa centrale, spinsero a loro volta le altre tribù stanziate lungo il Danubio – Quadi, Marcomanni e Sarmati – a riversarsi entro il limes con ripetute razzie, che provocarono la reazione militare da parte dell’impero. Secondo Yaroslav Onyschuk, professore associato del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Leopoli, la sepoltura di Charkiv potrebbe riferirsi a uno dei gruppi tribali provenienti dal medio Danubio, qui stanziati in occasione delle Guerre Marcomanniche (166-189 circa), narrate nell’Historia Augusta e preludio alle grandi “invasioni” che avrebbero caratterizzato i secoli successivi.
Fonte: Dipartimento di Architettura e Pianificazione Urbana dell’Amministrazione Regionale di Lviv.
*L’articolo è pubblicato in contemporanea sul blog dell’Autrice, “Vi racconto una storia…”. TUTTI I DIRITTI RISERVATI.
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