ARCHEOLOGIA / “Cantiere aperto”, il restauro svela i segreti delle piroghe altomedievali del Bacchiglione

Sabato 26 novembre 2022 alle ore 16.00 sarà presentato al Museo del Fiume Bacchiglione a Cervarese Santa Croce (Padova) l’intervento di monitoraggio e di recupero conservativo delle due imbarcazioni monossili rinvenute nel 1972 nell’alveo del fiume Bacchiglione. La presentazione sarà accompagnata da una visita guidata a cura dell’Associazione Memorabilia.

Sabato 26 novembre 2022 alle ore 16.00 sarà presentato al Museo del Fiume Bacchiglione allestito nel Castello di San Martino della Vaneza di Cervarese Santa Croce (Padova) l’intervento di monitoraggio e di recupero conservativo – finanziato con fondi ministeriali – delle due imbarcazioni monossili rinvenute nell’alveo del fiume Bacchiglione. Le operazioni – spiega la Soprintendenza – sono risultate indispensabili in quanto il prodotto di consolidamento già utilizzato per stabilizzare il legno impregnato d’acqua è affiorato in superficie, provocando nel tempo colature, cristallizzazioni e velature, che nell’occasione sono state asportate.

Il Veneto è la regione che, con Piemonte e Lombardia, ha consentito il recupero del più elevato numero di imbarcazioni monossili. Per quanto riguarda il solo Bacchiglione, si tratta di 15-20 ritrovamenti di cui almeno dieci sicuramente documentati; tutti con lunghezze superiori ai sei metri.

Le due piroghe monossili in legno di quercia oggetto del restauro, esposte nella spaziosa sala al pian terreno del Museo, risalgono all’alto Medioevo (VII-VIII secololo d.C.) e furono rinvenute occasionalmente nel 1972 nel letto del Bacchiglione, nei pressi del ponte di Selvazzano Dentro, durante le attività di estrazione della sabbia nel fiume da parte dei fratelli Dal Maso, “sabbionari”, che collaborarono attivamente con la Sezione archeologica del Gruppo Sommozzatori di Padova alle operazioni di recupero dei manufatti, di notevoli dimensioni.

Un restauro lungo e problematico

Le piroghe furono all’epoca sottoposte a un lungo e complesso intervento di restauro (1975-1978), in quanto risultava necessario procedere al consolidamento del legno saturo d’acqua, trattato con uno specifico prodotto denominato Polietilen Glicole (PEG). L’impiego di questo prodotto, generalmente utilizzato fin dagli anni Sessanta come consolidante per reperti lignei archeologici ritrovati sott’acqua o in ambienti umidi, pur garantendo la conservazione dei due scafi ha richiesto nel tempo costanti interventi di manutenzione. “Si tratta – spiega la Soprintendenza – delle problematiche riscontrate anche di recente nell’ambito delle attività di controllo delle condizioni conservative delle imbarcazioni, che hanno evidenziato estesi fenomeni di affioramento e  percolamento del PEG, sia all’interno che all’esterno delle superfici lignee, con il conseguente gocciolamento dello stesso sulla struttura metallica di sostegno e sul pavimento della sala. Un fenomeno accentuato periodicamente dalle condizioni ambientali della sala stessa, caratterizzate da un elevato tasso di umidità, che hanno aggravato la situazione”.

Durante la pulitura delle navi, condotta dalla restauratrice Ilaria Bianca Perticucci della Ditta “Conservazione e Restauro” sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, si è proceduto alla rimozione degli accumuli di prodotto consolidante (Polietilen glicole/PEG), e contestualmente il Dott. Giorgio Rea ha eseguito il rilievo fotogrammetrico digitale 2 e 3D per documentare lo stato di conservazione dei manufatti prima dell’intervento vero e proprio.

La scansione tridimensionale ha richiesto l’ausilio di uno scanner a luce strutturata con densità di punti (precisione) 0,2 mm. La realizzazione del modello 3D permetterà un monitoraggio altamente tecnologico delle due imbarcazioni, in quanto consentirà di confrontarle con futuri modelli per comprendere al meglio i fenomeni di spostamento e dilatazione dei legni.

La prima scansione è perfettamente riuscita e ha permesso la creazione di una nuvola di punti densa finalizzata alla realizzazione di un modello 3D mesh (superficie poligonale unita in una rete) e in seguito di una texture perfettamente corrispondente alle dimensioni degli oggetti in questione.

La seconda scansione è programmata per novembre 2023.

Secondo quanto già anticipato, ha avuto inizio anche il monitoraggio microclimatico per acquisire dati approfonditi relativamente alle condizioni ambientali dello spazio espositivo, al fine di garantire parametri idonei alla conservazione dei reperti. L’elaborazione dei dati ottenuti durante il periodo di monitoraggio a medio e lungo termine sarà conclusa a novembre del prossimo anno.

Le fotografie, realizzate da Martina Beggiato, documentano alcune fasi dell’intervento:

  • esecuzione del rilievo 3D (documentazione preliminare l’intervento)​: Aerariumchain Scansioni 3D
  • intervento diretto sulle piroghe, mediante utilizzo di vaporizzatore per la rimozione degli affioramenti di PEG: Emanuele Dell’Aglio e Ilaria Bianca Perticucci.

I professionisti Ilaria Bianca Perticucci e Giorgio Rea saranno a disposizione per raccontare al pubblico il lavoro finora svolto. Sarà inoltre possibile approfondire la conoscenza delle possibilità garantite dai modelli 3D con applicazione alla sfera dei beni culturali.

La presentazione sarà accompagnata da una visita guidata a cura dell’Associazione Memorabilia.

Per partecipare all’iniziativa culturale (a pagamento), che prevede posti limitati, è obbligatorio prenotare inviando la richiesta a: info@castellosanmartinodellavaneza.it

Fonte: Soprintendenza VE BL PD TV

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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