Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze espone, appena restaurati, due preziosi scrigni eburnei risalenti al XII-XIII secolo conservati nel tesoro del Duomo di Veroli. L’iniziativa inaugura la rassegna: Caring for Art. Restauri in mostra, che consente di ammirare i capolavori riportati all’antico splendore prima che ritornino “a casa”

Furono realizzati per un privato nella Palermo siculo-normanna tra il XII-XIII secolo ma poi finirono “riciclati” come reliquiari nell’abbazia di Casamari, in provincia di Frosinone, prima di giungere nel duomo di Veroli, nel cui tesoro permangono tuttora. La storia dei due cofanetti eburnei di Veroli, appena restaurati dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, rivive oggi nella mostra Preziosi scrigni: due cofanetti eburnei dal tesoro del Duomo di Veroli aperta fino al 14 maggio nella sede dell’Opificio: un’iniziativa di grande interesse perché consente di ammirare da vicino i due interessanti manufatti prima del loro definitivo rientro “a casa”.
I due cofanetti, nati per uso profano, sono sopravvissuti proprio grazie alla loro trasformazione in reliquiari: furono infatti a lungo utilizzati per custodire le reliquie nell’importante abbazia di Casamari, in provincia di Frosinone. Da qui nel 1572 furono trasportati, per motivi di sicurezza, nel Duomo di Sant’Andrea di Veroli, inaugurando così lo straordinario Tesoro che oggi vanta numerosi oggetti di grande valore storico e artistico. Tra essi spiccano i tanti busti-reliquiario – uno dei quali, in argento dorato e sbalzato, contiene la testa di Santa Maria Salome, protettrice della cittadina laziale – e soprattutto la superba croce astile in argento dorato del secolo XIII, che custodisce un frammento della Santa Croce di Gerusalemme: quest’ultima si segnala per l’originale iconografia bizantineggiante, rappresentando il Cristo con gli occhi aperti, la testa ornata da una corona regale e i piedi inchiodati in posizione separata, non sovrapposta. ben cinque cofanetti d’avorio. Del Tesoro del Duomo di Veroli – il cui archivio capitolare custodisce circa 1200 pergamene la più antica delle quali risalente al IX secolo – faceva parte anche un altro preziosissimo scrigno d’avorio, un vero e proprio capolavoro di realizzato a Costantinopoli nel tardo X secolo o agli inizi dell’XI per un personaggio di altissimo rango vicino alla corte imperiale di Costantino VIII (969-1028) e decorato con temi mitologici: rimase nella cattedrale di Veroli fino al 1861, quando fu venduto agli inglesi, e attualmente è esposto al Victoria and Albert Museum di Londra.

I due cofanetti oggetto di restauro sono costituiti da una struttura in legno rivestita da placche d’avorio, di spessore variabile tra 1 e 2 mm, impreziosite da una decorazione figurata e astratta policroma e dorata: vi campeggiano scene suggestive, popolate di pavoni, altri uccelli e animali esotici, frammiste ad arabeschi, iscrizioni beneaugurali in arabo (“prosperità” si legge, ripetuto otto volte, sulla battuta del coperchio del cofanetto più grande), figure di cavalieri e di santi.
Il loro restauro, spiegano gli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure, si è rivelato particolarmente complesso “a causa del carattere polimaterico, della tecnica costruttiva e dell’uso che nel tempo ne è stato fatto. In particolare, le condizioni del cofanetto di maggiori dimensioni hanno richiesto un accurato studio sperimentale sulle modalità di recupero della planarità delle lastrine di avorio che lo rivestono. Inoltre le tecniche diagnostiche abitualmente utilizzate per le superfici pittoriche sono state applicate per identificare le tracce, quasi del tutto illeggibili, lasciate da un pigmento sull’avorio, fornendo numerosi spunti di riflessione e di approfondimento sull’origine e sulla destinazione di questi preziosi oggetti”.

La mostra fa parte dell’iniziativa Caring for Art. Restauri in mostra, promossa dall’Opificio delle Pietre Dure per far conoscere al grande pubblico il lavoro degli undici settori di restauro dell’Istituto fiorentino, costantemente impegnato nella conservazione del ricco patrimonio artistico italiano e non solo. Opere selezionate che sono state oggetto di importanti interventi conservativi presso l’OPD saranno temporaneamente esposte al Museo dell’Opificio con cadenza trimestrale, dove potranno essere ammirate subito dopo il restauro, prima di fare ritorno nei loro luoghi di provenienza. «Il Museo, che espone esemplari straordinari dell’antica manifattura medicea si apre così», nelle parole di Emanuela Daffra, Soprintendente dell’OPD, «alle attività che sono il cuore del moderno Opificio».
Un apparato didattico guiderà i visitatori alla scoperta di questi capolavori, fornendo indicazioni sulla storia e l’ambito artistico di appartenenza, e descrivendo le diverse fasi del restauro. Tre gli appuntamenti previsti per questo primo ciclo, inaugurato appunto con la mostra Preziosi scrigni dedicata a due rari cofanetti in avorio del tesoro del Duomo di Sant’Andrea a Veroli (Frosinone), il cui restauro è stato curato dal Settore oreficerie e dal Settore mosaico e commesso fiorentino dell’OPD.
Gli scrigni di avorio del tesoro di Veroli resteranno esposti fino al 14 maggio 2023. Il costo del biglietto di ingresso al Museo osserverà la tariffa ordinaria (intero 4 €, ridotto 2 €). I prossimi appuntamenti in programma per la rassegna Caring for Art. Restauri in mostra, sono previsti per maggio-agosto e agosto-novembre.
INFORMAZIONI
Caring for Art. Restauri in mostra – Esposizioni temporanee al Museo dell’OPD
Preziosi scrigni: due cofanetti eburnei dal tesoro del Duomo di Veroli
Dal 14 febbraio al 14 maggio 2023
Museo dell’Opificio delle Pietre Dure
Via degli Alfani 78 – Firenze
Orari di apertura: lunedì-sabato 8.15-14.00
La tariffa d’accesso è compresa nel costo del biglietto di ingresso al Museo
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