MOSTRE / Raffaello e la Domus Aurea, storia di una scoperta

Continua fino ad aprile a Roma la mostra sulla scoperta della Domus Aurea, l’immenso palazzo imperiale di Nerone, e della sua decorazione a grottesche che divenne, con Raffaello, una delle grandi “mode artistiche” del Cinquecento. Una rassegna di grande suggestione grazie a straordinari apparati interattivi e multimediali.

di Redazione

Intorno al 1480 alcuni pittori, tra cui Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli, si calarono nelle cavità del colle Oppio – definite “grotte” – per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche di antichi ambienti romani. Stavano scoprendo, senza ancora saperlo, le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone celebrato dalle fonti, e nel contempo stavano per dar vita a una nuova moda artistica ispirata a queste particolari pitture che avrebbe imperversato nel Cinquecento, quella delle cosiddette “grottesche”. Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) fu il primo artista rinascimentale a comprendere a fondo la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli organicamente, grazie alle sue profonde competenze antiquarie, in numerosi capolavori. A raccoglierli e analizzarli è la mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”, inaugurata nel giugno 2021 per celebrare il cinquecentenario dalla morte del grande artista urbinate e ora prorogata fino al prossimo 3 aprile 2022.

Roma, Domus Aurea. Sala Ottagona allestita con la scultura dell’Atlante Farnese (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
per la mostra Raffaello e la Domus aurea. L’invenzione delle grottesche. Crediti: ©ph ERCO illuminazione

L’esposizione, curata da Vincenzo Farinella con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa, è caratterizzata da proiezioni digitali che coinvolgono l’intero spazio espositivo e da uno storytelling sonoro realizzato in sincronia con il progetto visivo e interattivo. Gli straordinari apparati interattivi e multimediali allestiti nella Sala Ottagona della Domus Aurea, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti circostanti, oltre a mostrare le Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente decorate, raccontano la straordinaria storia della scoperta delle superfici affrescate. 

Roma, Domus Aurea. Crediti: ©ph ERCO illuminazione

Un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento dà origine a una colonna sonora composta ed eseguita in tempo reale, con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato e scale musicali proprie dell’epoca antica. Ne risulta un paesaggio sonoro armonico con melodie classiche, dove anche il silenzio diventa un importante elemento narrativo.

Atlante Farnese, II secolo d.C., copia romana da originale greco. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. Sala Ottagona della Domus Aurea, Roma. Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot.  Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot

La Domus Aurea, un edificio straordinario

La Sala della Sfinge, scoperta nel 2019 (foto: Parco Archeologico Colosseo)

Dopo il devastante incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l’imperatore Nerone iniziò la costruzione di una nuova residenza, che per sfarzo e grandiosità passò alla storia con il nome di Domus Aurea. Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la reggia era costituita da una serie di edifici separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sul colle Oppio ed erano celebri per la sontuosa decorazione in cui a stucchi, pitture e marmi colorati si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, diverse sale per banchetti, tra cui la famosa coenatio rotunda, che ruotava su se stessa, e un enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del dio Sole. Alla morte di Nerone i suoi successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore, a cominciare dal suo immenso palazzo. Al posto del grande lago fu edificato il Colosseo, mentre i lussuosi saloni della residenza nell’area del colle Oppio furono spogliati dei rivestimenti e delle sculture e riempiti di terra fino alle volte per essere utilizzati come sostruzioni per altri edifici. Sopra furono costruite le grandi terme di Traiano, inaugurate nel 109 d.C.

Sopra furono costruite le grandi terme di Traiano, inaugurate nel 109 d.C. Le fastose decorazioni a fresco e a stucco della Domus Aurea rimasero nascoste fino al Rinascimento. Fu allora che alcuni artisti appassionati di antichità, tra cui Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano, calandosi dall’alto in quelle che loro pensavano fossero delle “grotte sotterranee”, iniziarono a copiare i motivi decorativi delle volte e che, proprio dalla loro collocazione, presero il nome di “grottesche”. Quanto videro nella Domus Aurea diventò un modello per gli artisti del Rinascimento e del Barocco, segnando profondamente lo sviluppo dell’arte in tutto il mondo.
Con la riscoperta iniziarono anche i problemi della conservazione delle pitture e degli stucchi, che finirono per essere dimenticati. Solo dopo i ritrovamenti degli affreschi di Pompei gli studiosi si interessarono di nuovo alle grottesche romane e nel 1772 furono ripresi gli scavi nella Domus Aurea. Della Domus Aurea è giunto fino a noi lo straordinario padiglione orientale, proprio quello da dove gli artisti del Rinascimento si calarono per scoprire l’arte classica. Si tratta di 153 ambienti noti, con sviluppo in altezza di 12 metri e un’estensione di circa 30mila metri quadrati di superfici decorate a stucco e affrescate. La Domus Aurea attualmente è un grande laboratorio di studio, restauro e conservazione.


L’allestimento e l’interaction design della mostra sono progettati da Dotdotdot. Alla mostra si accompagna il catalogo edito da Electa, che narra la riscoperta della Domus Aurea e l’invenzione delle grottesche grazie allo straordinario impulso di Raffaello, ricordando la forte influenza iconografica fino al Novecento. I saggi ripercorrono anche la storia del monumento con tutta la complessità, anche simbolica, del progetto architettonico e del programma decorativo in funzione dell’esaltazione dell’immagine dell’imperatore, così come l’impegno odierno per la tutela e la valorizzazione del monumento.


Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 53. Crediti: ©ph ERCO illuminazione

La mostra è visitabile tutti i giorni, e dal venerdì alla domenica è compresa nella visita guidata del cantiere della Domus Aurea. Il Parco archeologico del Colosseo continua i lavori di restauro e di ripristino degli spazi, che beneficiano anche di un impianto di illuminazione completamente rinnovato che partecipa alla suggestione dei volumi e delle pareti affrescate, rendendo la visita della reggia neroniana sempre nuova.

Per info: raffaellodomusaurea.it

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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