Nato sotto l’egida del Ministero della Cultura e grazie al sostegno della Direzione generale Musei, il Museo dell’Arte Salvata fa parte del Museo Nazionale Romano . La prima esposizione raccoglie reperti recuperati dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
di Redazione

(foto: Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-laziale. IV sec. a.C.)
L’arte ritrovata, e poi restituita al pubblico grazie agli sforzi del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), ha trovato finalmente una sua collocazione. Il Museo dell’Arte Salvata – questo il nome del nuovo spazio espositivo – ha inaugurato a giugno a Roma all’interno del Museo Nazionale Romano, negli splendidi spazi dell’Aula Ottagona (o Planetario) delle Terme di Diocleziano. Un luogo dove capolavori e reperti archeologici che hanno conosciuto vicende travagliate potranno transitare ed essere esposti al pubblico per un periodo di tempo delimitato: opere d’arte trafugate, disperse, vendute o esportate illegalmente e poi, finalmente, riportate a casa, per ricucire quel tassello rubato alla storia e al patrimonio nazionale.

Intorno alla metà del IV sec. a.C.
Le restituzioni dovute alla diplomazia culturale o a seguito delle indagini del Comando Carabinieri TPC e del lavoro dei Caschi blu della cultura, il ritrovamento tra le macerie dei terremoti e in seguito agli interventi in caso di calamità naturali e conflitti, i salvataggi grazie ai grandi restauri, senza contare i recuperi fortuiti di antichità o dovuti agli scavi di emergenza per lavori pubblici e privati, i capolavori restaurati dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR): tutte queste opere d’arte troveranno nel Museo dell’Arte Salvata un approdo per un periodo durante il quale saranno esposte al pubblico prima di essere ricollocate nei musei di appartenenza.
L’allestimento del nuovo Museo, composto da teche e pannelli modulabili a seconda delle necessità delle opere, permetterà ogni volta di cambiare la disposizione all’interno dell’Aula che diventerà uno spazio espositivo ad hoc per accogliere sempre nuovi tesori rendendoli fruibili dal grande pubblico.
L’incessante recupero di opere d’arte permetterà un turnover regolare: mentre i pezzi esposti saranno collocati nei musei di pertinenza, nuove opere recuperate saranno esposte al fine di rendere continuo l’aggiornamento sul magistrale lavoro di recupero costantemente in corso.
Le prime opere recuperate sono già in mostra
In occasione dell’apertura al pubblico del Museo, saranno esposti i recenti ritrovamenti frutto delle attività di contrasto al traffico illecito di beni culturali svolta dal Reparto Operativo TPC, sempre sulle tracce dell’arte. L’esposizione si fonda sugli oggetti che il Reparto Operativo TPC ha fatto rientrare dagli Stati Uniti d’America in un arco temporale compreso fra il dicembre 2021 e l’inizio di giugno: un corpus imponente di opere con numerosi pezzi di archeologia di varie civiltà. Sono reperti che risalgono a diverse attività investigative condotte dai “Carabinieri dell’Arte” in collaborazione con le Autorità statunitensi, sequestrati presso direzioni museali, case d’asta e collezioni private in varie località d’oltreoceano. Avevano sopportato la consueta trafila dei traffici illeciti di settore: scavi clandestini, ricettazione, esportazione illecita. La restituzione all’Italia è avvenuta il 15 dicembre 2021 presso il Consolato generale di New York, ove alcuni pezzi sono rimasti in mostra per qualche mese.

Seconda metà del IV sec. a.C.


VII sec. a.C.

VII sec. a.C.

Terzo quarto del VII sec. a.C.

animali (felini, esseri ibridi).

Fine del VI sec. a.C.


Tra le opere esposte spiccano i reperti più antichi che risalgono all’epoca orientalizzante (VII sec. a.C.): provengono per lo più dall’Etruria meridionale ma anche dal Lazio, come la Giara (pithos) in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini) del terzo quarto del VII sec. a.C. (il coperchio è di pertinenza dubbia, vetrina 1) e il Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquatici (VII sec. a.C., vetrina 10B).
Alla seconda metà dal VI sec. a.C. risalgono le anfore con scene figurate: alcune sono attiche e illustrano l’evoluzione stilistica di questo periodo, altre sono etrusche e coprono lo stesso arco cronologico come l’Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla (fine del VI sec. a.C., vetrina 4).

Le necropoli etrusche hanno restituito un’enorme quantità di ceramiche del VI e del V sec. a.C. Forse provengono proprio dall’Etruria gli esemplari recuperati dal Comando TPC negli Stati Uniti, anche se le origini precise sono sconosciute, come per l’opera esposta Coppa (kylix) attica a figure rosse con Dioniso (all’interno) e satiri con menadi (all’esterno) di inizio V sec. a.C. (vetrina 5).
Tra la seconda metà del V e la prima metà del IV sec. a.C. si sviluppano in Magna Grecia delle produzioni a vernice nera e figure rosse: in mostra il Cratere a forma di calderone (lebes) con scena di banchetto (symposion) con il gioco del kottabos (verso la metà del IV sec. a.C., vetrina 6) e il Piatto con due anse a figure rosse sovra-dipinte con maschera centrale sovra-dipinta e scena di guerra tra Greci e Amazzone (amazzonomachia) della seconda metà del IV sec. a.C. (vetrina 7), entrambi di produzione apula.

Da una grande stipe votiva, in un santuario non identificato dell’Etruria meridionale o del Lazio, proviene la Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-laziale del IV sec. a.C., sulla quale si osservano alcune tracce di policromia che fanno rivivere i volti antichi (vetrina 10A).
Gli oggetti saranno in mostra a partire dal 16 giugno fino al 15 ottobre 2022 e per l’occasione il Museo sarà aperto al pubblico dal martedì alla domenica, dalle ore 11 alle 18. Al termine dell’esposizione temporanea le opere, grazie al coordinamento con la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio e al direttore generale dei musei dello Stato Massimo Osanna, saranno collocate tra il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Museo Nazionale Archeologico Cerite all’interno del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e lo stesso Museo Nazionale Romano.

Inizio del V sec. a.C.
Da Museo a isola di cultura
L’edificio, situato nell’angolo occidentale delle Terme, presenta una pianta quadrata all’esterno e ottagonale all’interno. La copertura, una cupola con otto costolature, era in origine decorata da marmi e stucchi. La sua ubicazione e l’assenza di sistemi di riscaldamento ha fatto supporre che fungesse da frigidarium minore. L’Aula ha avuto diverse funzioni dal 1878 e con l’apertura di Via Cernaia fu isolata dal resto del complesso della Terme di Diocleziano.
Nel 1983 in occasione della ristrutturazione del Museo Nazionale Romano, l’architetto Giovanni Bulian ha iniziato un progetto di trasformazione di alcuni spazi dell’intero complesso, compresa l’Aula Ottagona. Una parte importante del piano di Bulian all’epoca non fu realizzata: prevedeva l’unione dell’Aula al complesso delle Terme, con l’eliminazione del primo tratto di Via Cernaia, per permettere la rilettura delle antiche strutture dioclezianee. L’apertura al pubblico del Museo dell’Arte Salvata è il primo passo per la realizzazione di un progetto più ampio che prevede l’attuazione del disegno di Bulian e ha come progetto finale la nascita di un’isola della cultura nel centro di Roma.
Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita 8 – 00185 Roma
Orari
Dal martedì alla domenica 11.00 – 18.00. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
L’esposizione
Dal 16 giugno al 15 ottobre 2022
Sarà ad accesso gratuito per i possessori del biglietto d’ingresso alle Terme di Diocleziano o del biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi, acquistabile on-line oppure presso le biglietterie. L’accesso gratuito è garantito ai possessori della MNR Card.
Biglietto d’ingresso delle Terme di Diocleziano
Intero € 8 (+2 € di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 2 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano
Permette l’ingresso una volta in ciascuna delle sedi e due volte nella sede di Palazzo Massimo e sarà valido una settimana dal giorno dell’acquisto.
Intero € 12 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 8 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Fonte: Museo Nazionale Romano
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