La sesta campagna di scavi al santuario etrusco e romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Siena) ha riportato alla luce ex voto in bronzo di arti e organi anatomici, tra cui un utero, dedicati alle divinità, statuette e monete antiche. Scoperte che coronano un percorso di ricerca lungo un anno.
di Redazione (foto: ©Comune di San Casciano dei Bagni / Il Santuario Ritrovato – San Casciano dei Bagni)

Nei mesi di giugno, luglio e agosto 2022, la sesta campagna di scavi al santuario etrusco e romano del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Siena) ha coronato con le sue inattese ed eccezionali scoperte archeologiche un percorso di ricerca lungo un anno. All’indomani della scoperta nel 2021 del cuore del santuario, costituito da una vasca sacra al cui interno sono state riportate alla luce migliaia di monete romane, più di quaranta statue e statuette in bronzo – tra cui lo splendido putto etrusco di San Casciano – offerte vegetali alle divinità delle acque calde, tra l’inverno e la primavera 2022 è iniziata l’avventura di studio e ricerca. Più di sessanta studiose e studiosi di quindici enti di ricerca si sono avvicendati tra il sito archeologico a San Casciano dei Bagni e il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza a Grosseto. Dalle analisi fisiche applicate, allo studio dei resti organici e archeometrici la ricerca ha confermato l’eccezionalità del Bagno Grande di San Casciano, con le sue acque e i suoi tesori.

Un santuario ricco di sorprese
Gli scavi intrapresi dal 2019 e promossi dall’Amministrazione comunale avevano già messo in luce, proprio a ridosso della sorgente del Bagno Grande, un grande complesso santuariale di epoca romana: un edificio quadrangolare con al centro una grande vasca di forma allungata, realizzata in travertino così come le architetture monumentali del portico che la circondava. Colonne di ordine tuscanico ornavano l’edificio e il propileo di ingresso. Le strutture romane si innestano su altre precedenti di epoca etrusca. Dalla vasca sacra provengono materiali eccezionali: altari con iscrizioni, decine di bronzi votivi e un ingente tesoro monetale di epoca romana, perfettamente conservato. L’edificio venne ordinatamente dismesso all’inizio del V secolo d.C., in concomitanza con l’affermarsi del cristianesimo e in seguito a un cedimento strutturale. Le indagini avevano dimostrato come buona parte del santuario si estenda ancora intatto al di sotto dei vasconi attuali, in attesa di essere riportato alla luce. Le caratteristiche delle strutture, la qualità e quantità dei materiali rinvenuti fino a oggi collocano la scoperta del “Santuario Ritrovato” tra le più importanti in Italia degli ultimi cinquant’anni. E quest’ultima campagna di scavo ha confermato come non smetta di stupire.

Nei giorni scorsi alcuni degli ultimi tesori riportati alla luce sono stati presentati per la prima volta alla comunità di San Casciano dei Bagni: tra loro riproduzioni in bronzo di arti e organi anatomici – spicca in particolare un utero – dedicati alle divinità e monete antiche. Scoperti anche i segni tangibili di incendi e crolli e nuovi antichi altari, seguendo l’eco lontana di orecchie sacre in bronzo cui gli etruschi e romani affidavano le loro preghiere. Come quella rinvenuta nella scorsa campagna di scavo sotto l’altare dedicato a Iside, divinità egizia il cui culto fu assimilato prima dagli Etruschi e poi dai Romani: orecchie votive – erano rappresentate in quanto parti del corpo che necessitavano di cure – anche attributi specifici di Iside, le cui riproduzioni servivano ai devoti per far sì che le loro richieste giungessero più facilmente, appunto, alle orecchie della divinità.
Discorso analogo vale per i piedi di piombo, già ritrovati nella scorsa campagna, in serie e posizionati dentro impronte scolpite nel travertino: queste ultime rappresenterebbero sia l’offerta alla divinità Iside, sia il cammino che il devoto doveva percorrere recandosi al Santuario.
Ma le scoperte non erano finite qui. Nella grande vasca termale di travertino, risalente all’età augustea, era inoltre riemersa la testa di un toro scolpita a bassorilievo. Nella mitologia greca, il toro era una delle manifestazioni di Zeus, simbolo ripreso nel V secolo d.C. dal poeta latino Rutilio Namaziano per ricondurre proprio alla figura del toro la fondazione delle Terme Taurine di Civitavecchia. Il legame fra il toro e le acque termali ha dunque radici molto antiche, precedenti alla mitologia dei Romani. Infine, l’ultimo giorno della campagna di scavi 2020-2021 era riaffiorata dal fango una piccola statua femminile, vestita di un chitone e con un serpente avvolto attorno al braccio destro: con tutta probabilità Igea, personificazione greca della Salute e dell’Igiene venerata a Roma anche con i nomi di “Salus” e “Valetudo”. Tradizionalmente, come anche al Bagno Grande, Igea veniva onorata insieme ad Apollo e associata a Esculapio.

Risultati “entusiasmanti”
Lo scavo – si legge nel comunicato diffuso dal Comune di San Casciano dei Bagni – è stato possibile grazie al sostegno economico dello stesso Comune; la Soprintendenza Abap di Siena, Grosseto e Arezzo ha dedicato un importante finanziamento in particolare ai restauri dei reperti in bronzo; non sono inoltre mancati i generosi contributi di Fondazioni e privati, come la Fondazione Vaseppi e la Fondazione Friends of Florence, nella forma di borse di studio e di un assegno di ricerca come post-dottorati presso l’Università per Stranieri di Siena. La Società Ergon Srl ha infine contribuito tramite Art Bonus e la Società Heureka Ambiente ha donato attrezzature.
“Questo scavo – spiega Jacopo Tabolli, etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico – è un esperimento eccezionale in itinere di mediazione culturale. Qui non solo si incontrano giovani archeologhe e archeologi provenienti da tutto il mondo, ma attorno allo scavo, nei laboratori di analisi e restauro, nelle università, lavorano con noi fianco a fianco studiose e studiosi di tradizioni diverse, di generazioni diverse. Quello che è sempre stato nei secoli lo spirito di accoglienza del sito termale del Bagno Grande, si ricrea in un percorso di ricerca muti-disciplinare e accogliente. Ad ogni passo lo scavo diventa più complesso, fitto di interrogativi, cui solo un team composito può provare a fornire risposte. Al contempo la scelta di narrare il progetto in corso e le scoperte ai cittadini San Casciano significa restituire il divertimento dell’avventura della ricerca alla comunità locale. Anche questo incontro, nel supporto costante dell’Amministrazione Comunale, delle associazioni e del Gruppo Archeologico in particolare, diviene il centro di quella mediazione culturale che lo scavo del Bagno Grande vuole provare ad essere”.

La campagna di scavo 2022 ha visto un’organizzazione completamente nuova del lavoro e dell’area, via via sempre più complessa e più ricca, come spiega il direttore di scavo Emanuele Mariotti : “Il team si è avvalso di nuove professionalità ed esperienze: archeologhe e archeologi si sono divisi settori di lavoro, con precise responsabilità, affrontando ogni singola parte di quello che è un lavoro dalle mille sfaccettature. Ancora una volta, il lavoro di squadra, sempre più consapevole e ricco di competenze, ha portato risultati straordinari che devono essere ascritti a tutto il progetto. Il cantiere archeologico del Bagno Grande è tra quelli più complessi per difficoltà tecniche, logistica, stratigrafie archeologiche invase dell’acqua ed eccezionalità del contesto: una responsabilità enorme che è state affrontata al meglio sul campo e nelle fasi di studio che hanno accompagnato ogni giorno il nostro lavoro. E oggi, sia pur ancora a metà del nostro cammino, siamo orgogliosi di mostrare i risultati ottenuti”.
Secondo Ada Salvi, funzionaria archeologa della Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, “l’esperienza di Bagno Grande, grazie alla partecipazione di numerose e diverse istituzioni coinvolte a vario titolo nello scavo, nello studio e nella conservazione del sito e dei reperti, costituisce per la Soprintendenza un inestimabile momento di arricchimento oltre che un importante rafforzamento della tutela del patrimonio archeologico. Il nostro territorio si caratterizza per una fitta rete di siti connessi all’uso dell’acqua nell’antichità sui quali sono attualmente in corso lavori di restauro, scavo e valorizzazione, e per i quali auspichiamo, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e degli altri enti di ricerca interessati, una messa in rete strutturale per una loro miglior valorizzazione e conoscenza. Bagno Grande ne rappresenta la “punta di diamante” e il modello per l’ottenimento di risultati di fondamentale interesse non solo per la comunità scientifica ma anche per il tessuto locale, vero detentore del proprio patrimonio culturale”.
Grande entusiasmo è stato espresso anche dall’amministrazione comunale, che ha dato pieno sostegno all’iniziativa. “Questo progetto – commenta la sindaca Agnese Carletti – rappresenta per San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita. Ed è in questa ottica che lo stiamo gestendo: le archeologhe e gli archeologi che ospitiamo provengono da tutto il mondo e quest’anno popolano il nostro territorio per ben quattro mesi. Ma non solo, infatti molti di loro iniziano a vedere qui un futuro, lavorativo e personale. Tutto questo con il coinvolgimento della comunità che ha l’opportunità di diventare sempre più consapevole della propria storia e quindi più artefice del proprio futuro. I borghi possono vincere la battaglia allo spopolamento che combattono ogni giorno anche e soprattutto grazie a progetti come questo, progetti che nascono dal basso, che pian piano scavano le coscienze di chi li vive da sempre e di chi li scopre per la prima volta. A noi Istituzioni il compito di far sì che tutto questo si trasformi in una reale opportunità di sviluppo, cosa che stiamo facendo insieme al Ministero della Cultura, alla Regione Toscana e all’Università per Stranieri”.
Lo scavo può essere seguito “in diretta” sulla pagina Facebook ufficiale Il Santuario Ritrovato – San Casciano dei Bagni . Alle ricerche partecipano i numismatici del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale DiSPaC – Università degli Studi di Salerno, sotto la guida del prof. Giacomo Pardini , che coordina lo studio delle oltre 3000 monete di età romana rinvenute sino ad oggi.
Fonte: Comune di San Casciano dei Bagni.
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