
Si è inaugurata oggi, 31 agosto, la grande mostra “Longobardi. Un popolo che ha cambiato la storia”, che fino al 3 dicembre sarà esposta al Castello Visconteo di Pavia, sede dei Musei Civici. La vernice , alla quale abbiamo partecipato anche noi di “Storie & Archeostorie”, si è tenuta alla presenza del sindaco di Pavia Massimo Depaoli, dell’assessore alla cultura Giacomo Galazzo, dei curatori Gian Pietro Brogiolo e Federico Marazzi, del direttore dei Musei Civici pavesi Susanna Zatti e dei responsabili dei musei dove dopo il 14 dicembre la mostra farà tappa, ovvero Paolo Giulierini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e Yuri Piotrovsky dell’Ermitage di S.Pietroburgo (dove la mostra sarà esposta dalla primavera prossima).
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L’esposizione si segnala per vari motivi. Primo, la vastità del numero dei reperti: 300 tra monili, gioielli, armi, ceramiche, oggetti di vita quotidiana, che consentono di gettare uno sguardo completo su tutti gli aspetti della civiltà longobarda (per maggiori dettagli, leggete il reportage, con foto, che avevamo pubblicato dopo la presentazione della rassegna a Milano). Secondo, perché presenta molti oggetti emersi dagli ultimi scavi condotti in questi anni (provenienti, ad esempio, dalla necropoli piemontese di Sant’Albano Stura, in provincia di Cuneo), e alcuni di essi sono esposti in questa occasione per la prima volta. Terzo, perché sempre per la prima volta si tenta di restituire, finalmente, ai Longobardi la loro vera e fondante identità. In questi ultimi anni, infatti, al centro del dibattito accademico si è situato proprio il problema dell’identità delle popolazioni barbariche, e germaniche in particolare, con i Longobardi naturalmente tra queste. Alcune scuole di pensiero si sono spinte a negare che queste popolazioni possedessero una identità propria e ne fossero pienamente consapevoli, e sono propense invece a considerarle sempre e soltanto in rapporto alla “superiore” civiltà romano-bizantina, della quale non sarebbero altro – semplifichiamo ma non troppo – che una espressione ancora incompiuta. Si è inoltre rifiutato di poter individuare, in base alla tipologia dei corredi rinvenuti, una precisa attribuzione etnica, ritenendo che la divisione creatasi dopo l’arrivo dei Longobardi in Italia non sia tanto tra “Longobardi” germani e “Romani” autoctoni quanto tra dominatori, liberi e aventi il diritto di portare le armi, e dominati, inermi.
Su questi aspetti, invece, i curatori della mostra – Federico Marazzi e Gian Pietro Brogiolo – sono stati molto chiari: l’insediamento longobardo fu caratterizzato da una marcata identità riscontrabile sia nella gerarchia sociale che nella tipologia di sepolture e nelle differenze dei corredi ivi presenti, nei nomi dei luoghi, nella legislazione e nelle istituzioni. In questo video, una parte dell’intervento di Brogiolo a questo proposito, assai chiaro e categorico (ci scusiamo per il ribaltamento delle immagini, dovuto a un improvviso… problema tecnico):
Del rapporto tra i Longobardi e l’identità italiana, e dei Longobardi con il Mezzogiorno, ha invece trattato Federico Marazzi, come potete ascoltare in questi due brevi contributi:
L’allestimento della mostra, firmato da Angelo Figus, molto originale e accattivante, è ben fatto e riesce a coinvolgere lo spettatore anche grazie alle videoproiezioni in 3D, che ripercorrono tutta l’epopea del popolo longobardo e i caratteri significativi della loro cultura. L’unica pecca, se così si può dire, oltre alla conferenza stampa di presentazione decisamente troppo lunga (quasi un’ora e mezza, con un caldo davvero soffocante: pietà!), è dovuta agli spazi: ci è sembrato che le Scuderie, molto adatte per mostre di carattere più “intimistico”, siano un po’ troppo anguste per un simile dispiego di pezzi, che risultano così eccessivamente… compressi e sacrificati. Le meraviglie di oreficeria e artigianato longobardo, le sculture e i fregi, insomma, meritavano secondo noi un po’ più di spazio. Per il resto, è una mostra da vedere. Così come impeccabile e imprescindibile è il catalogo scientifico, edito da Skira.
Segnaliamo inoltre l’uscita in edicola del numero di settembre del prestigioso mensile Medioevo con un ampio Dossier dedicato ai Longobardi. Gli articoli sono a firma di Susanna Zatti (Direttrice dei Musei Civici di Pavia), Gian Pietro Brogiolo ed Elena Percivaldi.












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Un pensiero su “REPORTAGE/ Al via la mostra sui Longobardi, un popolo che ha davvero cambiato la storia [video/ foto]”