MOSTRE / “Bergomum. Un colle che divenne città”: 40 anni di scavi ricostruiscono il volto antico di Bergamo [FOTO]

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BERGAMO, 15 febbraio 2019 – Apre domani (inaugurazione: sabato 16 febbraio, ore 11) “Bergomum. Un colle che divenne città”, la prima, grande mostra che ricompone in un racconto complessivo le tracce archeologiche della storia millenaria di Bergamo, unica città lombarda a nascere e crescere su un colle.
Il quadro frammentario restituito dai tanti ritrovamenti e dalla rete delle aree archeologiche riportati in luce da decenni di scavi sotto la pelle della città, in questa esposizione ospitata dal 16 febbraio al 19 maggio 2019 a Palazzo della Ragione nel cuore di Città Alta viene integrato dagli studi, dalla tecnologia interattiva e dalla realtà aumentata, per far riaffiorare dal sottosuolo l’immagine e la vita di Bergamo antica città romana. Il visitatore si cala così nei panni di un antico romano, che percorre il tragitto che conduce nel cuore di Bergomum. Un viaggio che è destinato a cambiare il modo di guardare la città.

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Il decreto onorario per Marco Sempronio Fusco, su tavoletta in lamina bronzea. II secolo d.C.

40 ANNI DI SCAVI – Nell’arco di circa 40 anni sono stati condotti scavi archeologici nella Città Alta di Bergamo che hanno riportato alla luce le tracce di una millenaria occupazione del colle. La quantità dei dati archeologici emersi fino ad oggi, integrati dagli studi geologici, petrografici, archeobotanici e antropologici, permette di delineare un quadro approfondito degli aspetti urbanistici, della componente sociale, delle attività economiche, dei contatti a breve e vasto raggio e delle forme dell’arte e della spiritualità.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo con il Civico Museo Archeologico e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, la rassegna (a cura di Stefania Casini e Maria Fortunati) è realizzata con la collaborazione dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo e di Fondazione Adriano Bernareggi, grazie al sostegno di Regione Lombardia e con il contributo di Provincia di Bergamo, Uniacque e Immobiliare Percassi.

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La presa in bronzo con testa di Oceano rinvenuta nella “Bottega del fabbro”, in via San Lorenzo. II secolo d.C.

Non una “tradizionale” mostra archeologica ma un archeoracconto che narra le vicende della città di Bergamo dalle origini all’età romana, e poi si fa mostra diffusa, in un gioco continuo di rimandi al vicino Museo Archeologico e alle aree archeologiche urbane in questi anni rese visitabili.

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L’Area archeologica di vicolo Aquila Nera durante gli scavi.
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L’Area archeologica di vicolo Aquila Nera come si presenta oggi.

AL TEMPO DEI ROMANI  – Il colle di Bergamo fu abitato fin dall’età del Ferro, ma è dall’intervento urbanistico e architettonico dei Romani che nacque Bergomum, una città romana a tutti gli effetti, dotata di tutti quegli elementi di spettacolarità tipici delle città d’altura, punto di riferimento di un vasto territorio solcato da percorsi commerciali e fonte di materie prime.
In mostra rivedremo Bergomum con il suo cardine e il suo decumano, il suo foro monumentale tra il Palazzo del Podestà e il Teatro Sociale, il teatro per la rappresentazione di tragedie e commedie nella zona più settentrionale di piazza Mascheroni, l’anfiteatro per gli amatissimi ludi gladiatorii nel giardino della Crotta, appoggiato alle pendici orientali del colle di San Giovanni, le botteghe (tabernae) e le terme pubbliche nell’attuale Piazza Mercato del Fieno dove trascorrere la
giornata giocando a palla, curando il corpo, mangiando e bevendo, leggendo in biblioteca.

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La statuetta di gladiatore trovata in una tomba a Casazza (BG). Metà del II secolo d.C.

Bergomum era inserita in un sistema commerciale che la collegava anche ai luoghi più lontani dell’Impero, portando in città perfino marmo dalla greca isola di Taso, balsamari in vetro dall’area siro-palestinese e ostriche dalla costa pugliese. E poi l’ingegnoso sistema di acquedotti, fontane e cisterne, i luoghi di culto, le necropoli. E, naturalmente, le domus impreziosite di affreschi, pavimenti a mosaici, arredi preziosi, e i loro abitanti, i Bergomensi uomini e donne, padroni, liberti e schiavi. Dal cavaliere Publius Marius Lupercianus al commerciante Caius Statius Faustus, dal paedagogus Rubrius Teophilus con la moglie Septumia Prima agli schiavi Martia e Primula, dalle famiglie degli Antonii e dei Valerii al liberto Marcus Betutius.

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L’aureo di Hirtius rinvenuto nell’Area archeologica di vicolo Aquila Nera. 46 a.C.

UNA MOSTRA IMMERSIVA E GLOBALE- L’allestimento della mostra, curato dall’architetto Silvana Sermisoni all’interno del Palazzo della Ragione, crea una sorta di mise en scène teatrale: come papiri srotolati nella sala di una biblioteca romana, carte bianche calano dall’alto, svelando passo passo i molteplici volti della Bergamo romana documentati da una selezione di oltre 450 reperti riportati alla luce dalle campagne di scavo: affreschi, mosaici, bronzi finemente lavorati, monete, un rarissimo balsamario in vetro, vasi, lucerne, lapidi, calici di vetro, statuette in terracotta dei gladiatori più in voga, oggetti di vita quotidiana, per la casa e la cura della persona.

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Rendering di allestimento della mostra.

Videoproiezioni, paesaggi sonori, Beacon che dialogano con i dispositivi mobili e installazioni interattive, curati da Studio BASE2, fanno emergere il colle di Bergomum dalle acque plioceniche, ci accompagnano dentro i luoghi della città romana con i suoi suoni e i suoi abitanti, ci immergono dentro antiche cisterne ricolme d’acqua, ci invitano a scoprire, strato dopo strato, le emergenze archeologiche rinvenute.
E nella Cinearena, curata da Lab80, i visitatori potranno assistere ai giochi gladiatori così come ricostruiti al cinema, dai film peplum degli anni ’60 e ’70 ad oggi.
Il percorso della mostra prosegue, poi, direttamente sul territorio urbano. Una piccola e conclusiva tappa espositiva è allestita anche nel vicino Museo e Tesoro della Cattedrale, dove lo scavo archeologico ha fatto affiorare alcune domus romane sopra le quali sono state edificate la cattedrale paleocristiana e, successivamente, quella romanica. Di qui prende il via un itinerario alla scoperta di tutte le emergenze archeologiche visibili e visitabili in Città Alta, tra le quali ci si potrà muovere in autonomia, guidati dalla App “Bergomum”. Sarà visitabile in orari definiti anche l’Area archeologica di vicolo Aquila Nera, solitamente chiusa al pubblico.

Accompagnano la mostra un catalogo pensato come strumento di divulgazione delle conoscenze archeologiche (Lubrina Bramani Editore), visite guidate da archeologi, conferenze di approfondimento, attività didattiche curate dal Centro Didattico Culturale del Museo Archeologico (prenotazioni a archeodidatticabergamo@gmail.com).
Bergomum, inoltre, non è un’operazione a tempo, ma pensata in previsione del riallestimento del Civico Museo Archeologico, nel quale dopo il periodo espositivo il progetto sarà trasferito e reso permanente.


INFORMAZIONI

“Bergomum. Un colle che divenne città”
Bergamo – Città Alta > Palazzo della Ragione
16 febbraio – 19 maggio 2019
Ingresso gratuito

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