È tornata là dove fu redatta nel 1270, ossia nel Palazzo dei Papi di Viterbo, la pergamena del primo conclave della storia della cristianità. Lo storico documento, di proprietà del Comune e sino ad oggi conservato a Palazzo dei Priori, è ora esposto nella Sala Gualterio, dove rimarrà per i prossimi dieci anni grazie ad una convenzione siglata tra lo stesso Comune, la Curia e la Biblioteca consorziale di Viterbo

È tornata là dove fu redatta nel 1270, ossia nel Palazzo dei Papi di Viterbo, la pergamena del primo conclave della storia della cristianità. Lo storico documento, di proprietà del Comune e sino ad oggi conservato a Palazzo dei Priori, è ora esposto nella Sala Gualterio, dove rimarrà per i prossimi dieci anni grazie ad una convenzione siglata tra lo stesso Comune, la Curia e la Biblioteca consorziale di Viterbo. La pergamena, che conserva ancora i sigilli in ceralacca originali dei cardinali elettori e del Rettore del Patrimonio di S. Pietro, testimonia la drammatica situazione dei porporati che, incapaci di trovare l’accordo sull’elezione del nuovo pontefice dopo la morte di Clemente IV, vennero ridotti in clausura per volere del podestà e del capitano del popolo di Viterbo nella speranza di accelerare le procedure di elezione papale. Dall’interminabile assemblea viterbese, che si tenne tra il 1268 ed il 1271, uscirà infine il nome di Gregorio X (il piacentino Tedaldo Visconti), il quale proprio per evitare il ripetersi di una simile situazione di incertezza, nel 1274 istituzionalizzerà, con la costituzione apostolica “Ubi Periculum”, la modalità di elezione del Papa per mezzo del conclave.
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