Il corredo di gioielli, scoperto nel 1971, sfoggia simboli legati alla dea romana della Luna. Si trattava di preziosi indossati dalle fanciulle e poi destinati ad accompagnarle nell’Aldilà perché continuassero a proteggerle in eterno. Il ritrovamento è stato presentato oggi per la prima volta al pubblico dopo un lungo studio effettuato su scavi ancora inediti

Il ritrovamento data al 1971 ma è stato reso pubblico soltanto oggi, lunedì 3 aprile, dopo un lungo studio. Si tratta di un corredo di gioielli femminili scoperto in una grotta sepolcrale di Gerusalemme, ma rimasto finora inedito, che gli esperti ritengono avesse funzioni apotropaiche contro il malocchio e le avversità. Destinati alle fanciulle, i monili erano legati al culto di Selene, la dea della Luna; dopo averle tutelate in vita, i gioielli avrebbero dovuto accompagnarle anche nell’Aldilà così da garantir loro protezione in eterno. La scoperta, e il relativo studio, verranno presentati oggi al 48° Congresso archeologico organizzato dalla IAA- Israel Antiquities Authority (l’Autorità Israeliana per le Antichità), dalla Israel Exploration Society e dall’Associazione Archeologica Israeliana, in corso al Jay and Jeanie Schottenstein National Campus for the Archaeology of Israel, appena inaugurato a Gerusalemme.

Il ritrovamento, come accennato, risale al 1971, quando una campagna di scavi in corso in una grotta sepolcrale sul Monte Scopus, a nord-est di Gerusalemme, riportò alla luce un sarcofago di piombo contenente diversi gioielli femminili tra i quali orecchini d’oro, uno spillone per capelli, un ciondolo con perline d’oro e perle di vetro. Responsabile dello scavo era all’epoca l’archeologa Yael Adler del Dipartimento delle Antichità di Israele, oggi scomparsa, e i reperti non furono mai pubblicati. Finché non sono stati inclusi, insieme a molti altri, nel “Publication of Past Excavations Project”, ampio progetto varato di recente dall’Autorità Israeliana per le Antichità che prevede la pubblicazione di vecchi scavi ancora in tutto o in parte inediti. “Il recupero dei rapporti di scavo originali, da decenni dimenticati nei polverosi scaffali dell’IAA, ha portato anche a individuare e studiare un gran numero di tesori a lungo dimenticati”, spiega Ayelet Dayan, direttrice del progetto. “Questi splendidi gioielli ne sono un eloquente esempio”.
“Il recupero dei rapporti di scavo originali, da decenni dimenticati nei polverosi scaffali dell’IAA, ha portato anche a individuare e studiare un gran numero di tesori a lungo dimenticati”, afferma la dott.ssa Ayelet Dayan, direttrice del progetto. “Questi splendidi gioielli ne sono un eloquente esempio”.

Le attuali ricerche sui monili sono state condotte da Ayelet Dayan, Ayelet Gruber e Yuval Baruch dell’IAA; uno studio che ha portato a individuare sui gioielli alcuni simboli legati a Selene, la dea romana della Luna, spingendo gli esperti a ritenere che il corredo, dopo essere stato indossato dalla fanciulla in vita, l‘avessero accompagnata nell’Aldilà per assicurarle una protezione continua.

Non si tratta dell’unico ritrovamento di questo tipo avvenuto in Israele. Due orecchini d’oro molto simili sono riemersi in un altro scavo, effettuato da Vassilios Tzaferis, sempre per conto del Dipartimento di Antichità, sul Monte degli Ulivi nel 1975. “La ragazza a cui apparteneva la tomba era stata sepolta con un preziosissimo corredo di gioielli d’oro di cui facevano parte una coppia di orecchini, un fermaglio per capelli e una catenella con un ciondolo a forma di lunetta ( lunula ) allusivo al culto della dea Luna”, affermano i ricercatori.

Questo tipo di gioielli, spiegano gli studiosi, era assai diffuso nel mondo romano ed era caratteristico delle sepolture di giovani donne. In epoca romana Gerusalemme, o meglio Aelia Capitolina – come fu chiamata dopo la riedificazione a seguito del rovinoso assedio e la distruzione del Tempio avvenuti nel 70 d.C. ad opera di Tito -, era una città cosmopolita, abitata e frequentata da genti che provenivano da diverse parti dell’Impero Romano e portavano con sé il proprio sistema di valori, credenze e rituali, dando vita a un paganesimo variegato e multiforme che comprendeva un gran numero di divinità tra le quali anche Selene, la Luna.
Secondo Eli Escusido , direttore dell’IAA, sui tratta di un ritrovamento “commovente”: “Si può bene immaginare il momento in cui i genitori o i parenti della ragazza la deposero nella tomba insieme ai suoi gioielli, nella speranza che potessero continuare a proteggerla nell’Aldilà così come avevano fatto in vita. Un momento delicato e toccante, molto umano oggi come allora e comprensibile qualunque sia il periodo storico o la cultura di provenienza”.

La ricerca sarà presentata oggi, lunedì 3 aprile, in occasione del convegno organizzato dalla Israel Antiquities Authority, dalla Israel Exploration Society e dalla Israel Archaeological Association. La sessione finale del congresso, dedicata al tema “Archeologia e Futuro”, sarà trasmessa in diretta dalle 16:00 alle 19:30 sulla pagina Facebook del Congresso.
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