Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 19 settembre 2022, la grande mostra itinerante rivela al pubblico le testimonianze materiali di una delle più affascinanti civiltà del Mediterraneo. Tra i reperti esposti c’è anche il Pugilatore di Mont’e Prama, giunto in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
di Redazione (foto: ©Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – TUTTI I DIRITTI RISERVATI)

La mostra “Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo” giunge al MANN, unica tappa italiana, dopo il successo riscosso presso tre prestigiosi istituti: il Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino, il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Archeologico Nazionale di Salonicco. L’esposizione, in programma nel Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 10 giugno all’11 settembre 2022 (PROROGATA AL 19 SETTEMBRE), rivela al pubblico storie suggestive, testimonianze materiali, civiltà affascinanti, per molti versi ancora tutte da scoprire.
Il percorso, che racconta le antichissime culture megalitiche della Sardegna, tra cui anche quella nuragica, accende i riflettori sulle sepolture delle “domus de janas”, di epoca neolitica ed eneolitica, e sulle iconiche riproduzioni statuarie di “dee madri”, talvolta veri e propri capolavori artistici. Focus, ancora, sulle incredibili architetture dei nuraghi, che hanno caratterizzato l’Età del Bronzo nell’isola, sulle cosiddette “tombe di giganti” e sui contatti, a volte imprevedibili, tra civiltà soltanto geograficamente lontane. Tra i quasi duecento reperti esposti, provenienti dai Musei Archeologici Nazionali di Cagliari, Nuoro e Sassari, vi sono i famosi bronzetti nuragici raffiguranti donne, uomini, guerrieri e animali; spade votive; modellini di edifici e navi; monili e vasellame. L’esposizione è arricchita da ricostruzioni e approfondimenti grafici e multimediali per contestualizzare lo straordinario patrimonio megalitico dell’isola.

Eccezionale prestito in mostra è una delle celebri sculture in pietra dei Guerrieri di Mont’e Prama, sulla cui datazione vi è ancora ampio dibattito tra gli studiosi. Grazie al Ministero della Cultura italiano e alla direzione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, il capolavoro, mai prestato sinora, è ambasciatore di un messaggio di continuità tra le antichissime culture mediterranee. Una presenza particolarmente significativa, in un momento in cui le recenti scoperte archeologiche trasmettono la perenne attualità del nostro passato.
L’esposizione è curata da Federica Doria, Stefano Giuliani, Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini, con il coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino. Nel comitato scientifico figurano Manfred Nawroth, Yuri Piotrovsky, Angeliki Koukouvou e Paolo Giulierini. Il catalogo è pubblicato in coedizione Skira / Il Cigno GG Edizioni e disponibile in 5 diverse lingue: italiano, inglese, tedesco, russo e greco (acquista l’edizione italiana a questo link).
L’archeologia raccontata con linguaggi nuovi

Cinque querce accolgono i visitatori nell’Atrio del MANN: non a caso sono delle piante, tipiche della Sardegna, a sottolineare le radici comuni tra culture diverse. Il parallelismo della botanica, suggerito anche dall’allestimento di aromi tipici isolani (il mirto regna sovrano) nelle aiuole dei giardini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, apre la strada alle suggestioni culturali: “Nessuna regione d’Italia ha forse mantenuto un legame storico e paesaggistico così forte con il passato come la Sardegna. Nel corso di studi consolidati nel tempo è stata ben chiarita la posizione baricentrica della Sardegna per tutti coloro che, fin dall’Età del Bronzo, dovessero intraprendere rotte o scali commerciali da Oriente a Occidente. La mostra racconta al grande pubblico come, nel corso dei millenni, il popolo sardo si fosse riplasmato di continuo, assorbendo i nuovi arrivati e rielaborando, talora attivamente, talaltra in forma coercitiva, gli stimoli culturali. Le cornici storiche mutano in parte e vengono riplasmate da un infinito numero di donne e uomini che, conoscendosi, incrociandosi, talora combattendosi, formano identità sempre più simmetriche. Andare alla scoperta dei mattoncini di questo DNA culturale è, crediamo, l’obiettivo più stimolante di una mostra. In questo viaggio archeologia e tecnologia si incontrano per svelare orizzonti imprevedibili”, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.
La mostra, giunta a Napoli, si arricchisce su iniziativa del MANN di approfondimenti ed eventi collaterali, che aprono, come nella linea del Museo partenopeo, all’incrocio dei linguaggi. Innanzitutto, come nelle tappe all’estero di “Sardegna Isola Megalitica”, anche al Museo Archeologico Nazionale di Napoli l’esposizione dialoga con le collezioni permanenti dell’Istituto: in questo caso le simmetrie sono stabilite, naturalmente, con la Sezione Preistoria e Protostoria del MANN.

Nella sala CXXVII (127), in particolare, sono posti in risalto, tramite una grafica ad hoc, gli oggetti nuragici presenti nei corredi funerari delle cosiddette Tombe Osta 4 e Osta 36 da Cuma (prima metà VIII sec. a.C.). I reperti sono forse giunti in Campania tramite “intermediazione” villanoviana: tra l’età del Bronzo finale e la prima età del Ferro, infatti, vi era una consolidata circolazione di cose e persone tra i centri dell’Etruria costiera e la Sardegna. La scoperta delle tombe Osta (il nome è derivato da Ernesto Osta, che condusse nella necropoli di Cuma lo scavo di 36 tombe a fossa della prima Età del Ferro) avvenne durante il breve periodo di tempo in cui l’accademico piemontese Ettore Pais ricoprì il ruolo di direttore del Museo Nazionale di Napoli (1901-1904). Pais, che ha segnato la storia della museografia sarda (ha fondato il Museo archeologico dell’Università di Sassari e diretto il Museo di antichità di Cagliari), cercò di arginare il fenomeno degli scavi clandestini nella necropoli cumana, concedendo licenze di scavo a privati, tra cui proprio Ernesto Osta, per ricondurne l’azione sotto il controllo dello Stato. In mostra, dunque, è presente un approfondimento dedicato allo studioso che, nella sua intensa attività di ricerca, ha approfondito la storia e la cultura della Sardegna prima e dopo la conquista da parte dei Romani.
In esposizione, ancora, grazie alla collaborazione con la Direzione regionale Musei della Campania, un’interessante sezione sui materiali nuragici rinvenuti nella nostra Regione: si tratta di quattro bottoni, un pendaglio a triplice spirale e una cesta biconica miniaturistica, concessi in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano e ritrovati in contesti dell’Età del Ferro.
Nuragica, un format “multisensoriale”
Dall’archeologia ai nuovi linguaggi della comunicazione: a corredo della mostra, i visitatori possono anche immergersi nel percorso di “NURAGICA”, originale format multisensoriale che ha avuto grande successo in Sardegna. Negli ambienti limitrofi al Salone della Meridiana, l’experience proposta al pubblico ha due declinazioni. In primis, il percorso con le riproduzioni in scala 1:1 di una serie di monumenti: la tomba dei giganti; i nuraghi (in sezione); una fonte sacra; la capanna delle riunioni; il complesso scultoreo di Mont’e Prama. In allestimento, ancora, prevista la ricostruzione degli attrezzi di alcune botteghe metallurgiche e la presentazione della mappa con le principali rotte di navigazione mediterranea da e verso la Sardegna. Il secondo segmento di NURAGICA è la stanza della realtà virtuale: i visitatori, indossando particolari visori, riescono a vivere la sensazione di camminare in un antichissimo insediamento megalitico. “La Sardegna custodisce i segreti di una storia grandiosa”, spiegano i curatori Paolo Alberto Pinna e Maria Carmela Solinas della Sardinia Experience, la cooperativa ideatrice e produttrice del format. “Con Nuragica è possibile averne per la prima volta una visione d’insieme e allo stesso tempo andar via emozionati e incentivati a visitare i luoghi dell’isola narrati lungo il percorso”.
Il focus sulla Sardegna consente anche di valorizzare il legame con la Fondazione Barumini, che, dall’agosto 2021, ospita percorsi realizzati anche con reperti del MANN: tra questi, l’esposizione sugli Etruschi inaugurata lo scorso maggio. In occasione di “Sardegna Isola Megalitica”, la Fondazione Barumini presenta in allestimento un modello del nuraghe ‘Su Nuraxi’, riconosciuto patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1997. Ancora, inseriti in allestimento alcuni manichini con vestiti tradizionali e le maschere di Ottana, “Merdules”, “Boes” e “Filonzana” (le maschere sono fornite grazie alla collaborazione con l’Associazione di promozione sociale “Gruppo Boes e Merdules”). Infine, in collaborazione con CoopCulture, per tutta l’estate 2022, i campus per bambini avranno come filo conduttore la valorizzazione della cultura sarda.

La tappa napoletana di “Sardegna Isola Megalitica” è organizzata in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli. Intesa Sanpaolo è partner della mostra al MANN. Il coordinamento della mostra al Museo è di Laura Forte (Funzionario archeologo del MANN); le simmetrie con la Sezione Preistoria e Protostoria sono valorizzate a cura di Giovanni Vastano (Funzionario archeologo del MANN). Il focus su Ettore Pais è di Andrea Milanese (Funzionario storico dell’arte del MANN). L’allestimento della mostra nel Salone della Meridiana è di Andrea Mandara con Claudia Pescatori e, per la parte grafica, di Francesca Pavese. L’architetto Silvia Neri ha coordinato l’allestimento di NURAGICA e del corner dedicato a Barumini. In mostra figurano anche fotografie e filmati di Nicola Castangia e Maurizio Cossu (Associazione Archeofoto Sardegna) che, con le loro gigantografie, raccontano la bellezza dei siti archeologici dell’isola.

Promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, con il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la Direzione Regionale Musei della Sardegna e, per la tappa partenopea, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’evento ha ottenuto il Patrocinio del MAECI e del MIC e si avvale della collaborazione della Fondazione di Sardegna e del coordinamento generale di Villaggio Globale International.
La mostra, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, rientra nel progetto di Heritage Tourism finanziato dall’Unione Europea con i fondi POR FESR SARDEGNA 2014/2020 (Azione 6.8.3).
Aggiornamento del 1 settembre 2022: Visto il grande successo di pubblico – 110mila visitatori al Museo Archeologico Nazionale di Napoli – la mostra è stata prorogata sino al 19 settembre 2022.
Fonte: MANN Napoli
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