ARCHEOLOGIA / Padova, gli scavi presso la nuova Pediatria riportano alla luce il settore orientale della città antica

Primi risultati per gli scavi avviati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso lo scorso mese di aprile 2022 in vista della nuova Pediatria del polo ospedaliero di Padova, che andrà a occupare il sedime della demolita ex palazzina di Pneumologia. Sono riemerse, tra le altre, tracce di attività produttive: dati significativi che miglioreranno la conoscenza di questo settore della città antica.

Primi risultati per gli scavi avviati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso lo scorso mese di aprile 2022 in vista della nuova Pediatria del polo ospedaliero di Padova, che andrà a occupare il sedime della demolita ex palazzina di Pneumologia: un edificio costruito alla metà del XX secolo, in origine dotato di un piano interrato, per realizzare il quale il terreno era stato sbancato fino a raggiungere, in alcune zone, la stratigrafia alluvionale naturale ma lasciando ampi strati di terreno con stratigrafia archeologica ancora intatta. La situazione è stata definita dalla Soprintendenza “molto complessa” per la difficoltà di raccordare tra loro dati frammentati, ma anche per le spoliazioni di epoca medievale e rinascimentale effettuate per recuperare il materiale da costruzione; tuttavia i primi risultati delle indagini archeologiche “stanno aggiungendo dati significativi – si legge nella nota ufficiale – che permetteranno di migliorare la conoscenza di questo settore della città antica, corrispondente al suburbio orientale di Padova”.

Foto: ditta Malvestio Diego & C. snc

Niente sepolture, ma attività produttive

Il comprensorio ospedaliero di Padova è stato interessato sin dai primi anni ‘90 del secolo scorso da diversi interventi archeologici di varia portata, correlati a specifiche necessità a carattere medico-sanitario. In particolare, nell’area prossima alla ex Pneumologia e alla vicina Clinica Ostetrica, alcuni interventi eseguiti negli anni Duemila avevano evidenziato la presenza di aree coltivate e dotate di canalizzazioni agrarie databili tra la tarda età del Ferro e la romanizzazione (III/II-I metà I sec. a.C.). Gli scavi hanno inoltre mostrato che in seguito, in età imperiale, nelle stesse aree erano sorte necropoli e di insediamenti a carattere artigianale/produttivo, in certi casi coesistenti tra loro.

L’attuale cantiere non ha, per ora, riportato alla luce sepolture a eccezione di una inumazione infantile individuata in un punto marginale, presumibilmente di epoca tardo-romana. E’ stata invece accertata la presenza in antico di un corso d’acqua che scorreva in senso ovest-est lungo tutta la fascia settentrionale del cantiere stesso, e attivo in età preromana; sulla sponda meridionale del fiume, già sensibilmente ridotto di portata o addirittura interrato, sempre in età romana viene impostata una strada, con sottofondo in pezzame laterizio, di cui resta molto poco e solo in corrispondenza delle due estremità opposte del cantiere, che vanno ad aggiungersi ai lacerti già messi in luce durante alcuni sondaggi eseguiti negli anni Duemila a ovest dell’attuale area di scavo.

Foto: ditta Malvestio Diego & C. snc

Su entrambi i lati della strada si affacciavano diverse strutture murarie, di cui rimangono tracce di fondazioni: si tratta probabilmente di magazzini o edifici produttivi per attività che necessitavano dell’uso del fuoco e un affaccio sulla via stessa per consentire l’agevole commercializzazione dei prodotti. Difficile però, allo stato attuale, definire di quali attività si trattasse, perché non sono stati trovate né scorie né scarti di produzione (vasellame fittile, laterizi, scorie metalliche).

Foto: ditta Malvestio Diego & C. snc

Per quanto riguarda l’area ovest, gli scavi hanno messo in luce lungo il fronte meridionale della strada un grande edificio a pianta quadrangolare, suddiviso in vani; al suo interno era presente una gran quantità carbone e cenere, oltre a piccoli fornetti e ad alcuni drenaggi localizzati di anfore, che venivano collocati sotto i piani di calpestio per deumidificare e bloccare eventuali risalite dell’acqua di falda. Alcune “finestre stratigrafiche”, costituite da profonde fosse moderne che, ripulite in parete, lasciano intravedere in parete e sul fondo gli strati più antichi, sembrano suggerire inoltre la presenza di un deposito archeologico abbastanza spesso e stratificato. Nei prossimi mesi le ricerche sul campo continueranno attraverso lo scavo manuale e la documentazione di tutto quanto sarà ritrovato, anche con l’ausilio di tecnologie avanzate come ortofotopiani, sorvoli con drone, consulenze e prelievi per analisi specialistiche. Tutti i reperti saranno infine classificati e studiati così da ottenere una puntuale datazione delle diverse fasi del sito.

Foto: ditta Malvestio Diego & C. snc

Secondo il progetto, la nuova Pediatria si estenderà inoltre verso ovest e verso nord, in zone esterne alla ex Pneumologia e dunque presumibilmente e almeno in parte meno manomesse da disturbi moderni, dove, nella fase attuale dei lavori, si sta effettivamente riscontrando una maggiore integrità della sequenza archeologica.

Lo scavo archeologico è diretto dalla Soprintendenza competente e condotto dalla ditta Malvestio Diego & C. snc di Concordia Sagittaria (VE) – che ha realizzato le fotografie qui pubblicate – con il coordinamento sul campo del dott. Gaspare De Angeli. Il telerilevamento con droni è a cura della ditta Archetipo srl di Padova. L’analisi delle dinamiche idrografiche ha richiesto la consulenza specialistica del geoarcheologo dott. Claudio Balista, mentre per le analisi sui resti inumati è intervenuta la dott.ssa Lisa De Luca, antropologa fisica.

Le fotografie sono state eseguite dalla ditta Malvestio Diego & C. snc

Fonte: SABAP PD-VE

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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