ARCHEOLOGIA / Pompei, dagli scavi di Civita Giuliana spuntano stoviglie comuni abbandonate durante l’eruzione del Vesuvio

Tornano alla luce a Civita Giuliana stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, trovate capovolte lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili di un vasto complesso residenziale sepolto dall’eruzione del 79 d.C.


I nuovi reperti trovati a Civita Giuliana (foto: ©Parco Archeologico di Pompei)

Proseguono con successo gli scavi a Civita Giuliana, l’area a circa 700 m a nord-ovest delle mura dell’antica Pompei. E regalano nuovi reperti che forniscono dettagli su aspetti della vita quotidiana, poco documentati nelle fonti scritte, delle città vesuviane alla vigilia della drammatica eruzione che nel 79 d.C. le cancellò per sempre. Dopo lo spettacolare carro cerimoniale decorato con rilievi d’argento, la stalla con un sauro bardato, due vittime dell’eruzione di cui furono eseguiti i calchi, e la stanza dove abitavano tre schiavi, forse una piccola famiglia, sono tornati ora alla luce stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, trovate in posizione capovolta lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili di un vasto complesso residenziale. Si presuppone che i vasi fossero in situ all’epoca della fase finale dell’eruzione del Vesuvio.  Si tratta di un ulteriore dato che conferma come l’indagine stratigrafica di un complesso, quello di Civita Giuliana, sottratto a un’annosa attività di depredamento da parte di scavatori clandestini grazie a un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, siglato nel 2019 dall’allora direttore Massimo Osanna, ora Direttore generale Musei, e dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli. L’accordo, rinnovato nel 2021 dal Direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e dal Procuratore Nunzio Fragliasso, prevede sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per indagare e valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto del Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri.  

Gli scavi in corso (foto: ©Parco Archeologico di Pompei)

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di una strada moderna che attraversa la Villa e che è stato necessario chiudere non solo per consentire l’indagine delle strutture antiche al di sotto della carreggiata, ma anche perché una estesa rete di cunicoli realizzati dai tombaroli ha finito per minare il terreno, rendendo necessaria una tempestiva messa in sicurezza dell’area. 

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Questi ritrovamenti dimostrano l’impegno e la capacità dello Stato di arginare la piaga degli scavi clandestini e del commercio di beni archeologici e costituisce una importante risposta allo scempio perpetrato negli anni dai tombaroli – dichiara il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano – Pompei è l’orgoglio dell’Italia ed è nostra intenzione difendere e promuovere ancora di più un patrimonio che è un unicum a livello mondiale”.  

Le ceramiche sono state ritrovate capovolte lungo le pareti (foto: ©Parco Archeologico di Pompei)

Il cantiere di Civita Giuliana ha consolidato un approccio innovativo allo scavo che vede istituzioni differenti muoversi fianco a fianco, grazie all’intuizione della Procura di Torre Annunziata che da subito ha coinvolto il Parco archeologico. – afferma il Direttore Osanna – In un territorio così ricco di storia e pure così tanto abusato, che ancora cela importanti tracce del passato, come stanno dimostrando le scoperte di questi anni, è fondamentale che la tutela dei Beni Culturali e la Legalità procedano di pari passo”. 

Come sottolineato dal direttore del Parco, Zuchtriegel: “Queste scoperte confermano l’importanza di ampliare ancora l’area di scavo. Per questo vorrei ringraziare la Procura, con la quale coordiniamo il proseguimento delle ricerche, e anche il Comune di Pompei che ha reso possibile l’ampliamento dello scavo interrompendo il traffico in un breve tratto stradale. Siamo certi che i risultati, in termini scientifici ma anche turistici, giustificheranno qualche piccolo disagio che l’intervento può provocare per il traffico in questo periodo. Lavoriamo affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei, come anche le ville di Boscoreale, Oplontis-Torre Annunziata e Castellamare di Stabia”.  

Le ceramiche in situ (foto: ©Parco Archeologico di Pompei)

I recenti ritrovamenti archeologici nel sito di Civita Giuliana si collocano nell’ambito di una campagna di scavi che da tempo vede la Procura della Repubblica di Torre Annunziata a fianco del Parco Archeologico di Pompei, in attuazione del protocollo sottoscritto dai due enti, che, coniugando le ricerche archeologiche con le attività investigative, rappresenta un vero e proprio accordo ‘pilota’ nel campo della sinergia tra le istituzioni pubbliche per la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico nazionale e si è rivelato uno strumento formidabile per il contrasto alle attività clandestine di scavo e la restituzione alla collettività di reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale”, sottolinea il Procuratore Fragliasso

Fonte: Parco Archeologico di Pompei

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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