RICOSTRUZIONI / Ecco il volto di Sant’Ambrogio, arcivescovo e patrono di Milano

Presentato il busto con ricostruzione tattile facciale di Ambrogio, arcivescovo e patrono di Milano vissuto nel IV secolo, realizzata dal Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano.

di Redazione (©Labanof)

(foto ©Labanof)

Nell’Aula San Satiro della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, è stato presentato il busto con la ricostruzione tattile facciale di sant’Ambrogio, arcivescovo e patrono di Milano vissuto nel IV secolo. La ricostruzione è stata ottenuta sulla base delle reali fattezze del suo volto. All’incontro erano presenti  monsignor Carlo Faccendini, abate parroco della Basilica di Sant’Ambrogio, Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale presso il dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università Statale di Milano e direttrice del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof) e Davide Porta, responsabile tecnico del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense.

L’iniziativa è uno degli esiti dell’ampio programma di studi promosso dalla Basilica di Sant’Ambrogio per i 150 anni dal rinvenimento degli scheletri di Sant’Ambrogio, Protaso e Gervaso, condotto dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano.

Gli esami anatomici sul teschio del santo hanno condotto a una ricostruzione facciale tridimensionale del volto di Ambrogio, la più attinente alle reali fattezze del santo. Queste indagini si fondano sul presupposto che la morfologia dei tessuti duri (il cranio) condizioni quella dei tessuti molli sovrastanti (il volto).

(foto ©Labanof)

La tecnica di realizzazione, che si è affinata nel tempo fino a giungere a degli ottimi compromessi di successo, si sviluppa posizionando degli spessori in precisi punti del cranio, per guidare l’operatore nella ricostruzione, muscolo per muscolo, del volto del soggetto, dagli strati più profondi a quelli più superficiali. L’area esterna è stata modellata sulla base del profilo biologico ottenuto dall’attento studio dello scheletro.

Particolarmente preziosa è stata la collaborazione con persone con disabilità visiva che hanno aiutato gli operatori a ottenere un manufatto che fosse fruibile anche da un pubblico ipovedente.

I resti dei santi – ricordano Cristina Cattaneo e Davide Porta –, in particolare quelli della Basilica di Sant’Ambrogio, possono rivelare realtà storiche sconosciute o misconosciute, ed è fondamentale poterlo condividere nella maniera più realistica possibile anche con i non vedenti”.

Il busto di Sant’Ambrogio, prodotto in resina poliuretanica sarà posizionato all’interno del percorso espositivo del Museo della Basilica di Sant’Ambrogio, a partire dalla metà di dicembre 2021. I visitatori potranno così confrontarlo con il più celebre “ritratto” noto del santo, quello del mosaico del sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, la cappella paleocristiana risalente al V secolo in cui Ambrogio compare in abiti civili e non aureolato insieme al suo predecessore Materno e ai santi Protasio e Gervasio e ai martiri Nabore e Felice.

Mosaico raffigurante sant’Ambrogio nel sacello di San Vittore in Ciel d’Oro (foto. Wikicommons)

Fonte: Labanof / UniMI

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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