ARCHEOLOGIA / A San Marzano sul Sarno (Salerno) emergono tre sepolture di età romana

Durante i lavori di posa dei cavi della linea elettrica, in corso a San Marzano sul Sarno (Salerno), sono riaffiorate tre tombe dette a “cappuccina”, risalenti tra la metà del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. Potrebbero far parte di una necropoli molto più vasta. La coltre di lapilli, spessa circa 50 centimetri, potrebbe essere riconducibile all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

di Redazione (foto: ©e-distribuzione)

Uno degli scheletri sepolti nella necropoli di San Marzano (foto: ©e-distribuzione)

Tracce di storia sono state portate alla luce a San Marzano sul Sarno, in provincia di Salerno: tre tombe a “cappuccina”, particolare tipo di inumazione risalente all’epoca preromana e romana, sono state scoperte nel corso dei lavori per la posa di nuovi tronchi di linea elettrica di media e bassa tensione. I lavori di posa cavo – si legge nella nota diffusa da e-distribuzione – sono stati immediatamente interrotti ed è stata data assistenza per tutta la durata necessaria, con mezzi e personale al rinvenimento dei reperti individuati.
Gli interventi che hanno portato alla posa delle linee denominate “Acciara 2; Pendino; Cesine e Cam” nel comune campano, hanno fatto emergere tre sepolture databili tra la metà del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. Il metodo utilizzato per l’individuazione è di tipo stratigrafico.

Le sepolture durante lo scavo (foto: ©e-distribuzione)


Questa scoperta potrebbe essere la prima di una serie di altri ritrovamenti, come ci spiega l’archeologo Antonio Mesisca: “Il rinvenimento è da attribuire a un’area di necropoli di epoca romana, ben più ampia rispetto al sito indagato, considerato che durante quella fase la frequentazione sul territorio è ampiamente attestata.”
Non è un caso che il nuovo ritrovamento sia avvenuto in questa zona: proprio qui in precedenza erano state trovate altre tombe dell’Età del Ferro e dell’Orientalizzante (VIII – VI a.C.) e la sua natura è del tutto particolare e legata alla tipologia di sepoltura, detta appunto a “cappuccina”, molto diffusa nel periodo preromano e romano.

L’olla e la lucerna, parte di un corredo (foto: ©e-distribuzione)


Il team di esperti, che è stato attivato come accade in questo tipo di situazioni, confermando la collaborazione con la SABAP, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino, ha potuto studiare nel dettaglio i resti, da cui sono emerse anche parti del corredo funebre, tra cui un’olla e una lucerna.

Una delle tombe a cappuccina di San Marzano sul Sarno (foto: ©e-distribuzione)


Infine, grazie a un’analisi approfondita dei contesti archeologici, si è potuto collegare questo rinvenimento a un evento storico importante: la coltre di lapilli, spessa circa 50 centimetri, potrebbe essere riconducibile all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Fonte: e-distribuzione

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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