MOSTRE / Gli Etruschi di Casenovole: dalla necropoli inedita le storie e i segreti di un’antica comunità maremmana [FOTO/VIDEO]

Le vicende di una comunità vissuta nel IV-III secolo a.C. rivivono al MAAM – Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto attraverso le tombe e i reperti di Casenovole, per la prima volta esposti al pubblico. I resti trovati nella necropoli sono stati analizzati all’interno di un recente programma internazionale di ricerca che ha evidenziato l’origine locale degli Etruschi

(foto: ©MAAM – Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto)

Dopo il grande successo della mostra “Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana”, esposizione che lo scorso anno ha portato per la prima volta l’attenzione su un capitolo importante della storia altomedievale della Maremma, ancora poco indagato e valorizzato, al MAAM – Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto tornano protagonisti gli Etruschi e in special modo quelli di Casenovole. Una necropoli, quella ritrovata nel 2007 sulla collina di Boschetto, poco fuori dal borgo di Casale di Pari, in uso a partire dagli inizi del IV secolo a.C. e caratterizzata da diverse tombe, alcune delle quali caratterizzate da ricchi corredi.

“Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità” – questo il titolo della mostra inaugurata l’11 giugno scorso e che proseguirà fino al 26 febbraio 2023 – è il primo racconto di una microstoria rimasta finora inedita. Le origini del progetto risalgono al 13 luglio 2007, quando a Casale di Pari (GR) un gruppo di giovani archeologi e appassionati di storia locale fondò l’Associazione Archeologica Odysseus allo scopo di riscoprire e valorizzare l’eredità storica e culturale del territorio. Fin dall’origine le attività del gruppo vennero coordinate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in collaborazione con il Comune di Civitella Paganico. Il 4 agosto dello stesso anno partì il Progetto Primus, finalizzato allo scavo e al recupero, in località Boschetto nell’area di Casenovole, di una piccola tomba a camera, poi chiamata Tomba del Tasso per il rinvenimento di uno scheletro di tasso nel corso dello scavo. Il sepolcro, contro ogni previsione, era inviolato e conteneva 29 sepolture rimaste intatte per oltre 2000 anni.

Urna cineraria con rosone

Gli scavi hanno rivelato come le sepolture più antiche, in uso dagli inizi del IV secolo a.C. e concentrate a ridosso dell’odierna strada provinciale, presentino dimensioni maggiori di quelle più tarde. Accoglievano prevalentemente inumati con corredi molto articolati che comprendevano ceramiche figurate e oreficerie raffinate, come l’anello d’oro con scarabeo girevole e le foglie d’oro, rinvenuti nelle tombe omonime. Le tombe più recenti, databili a partire dalla seconda metà del III secolo a.C., sono invece contraddistinte dal rito della cremazione e hanno restituito corredi più essenziali costituiti, per lo più, da olle in ceramica acroma, manufatti in bronzo e oreficerie semplici. Purtroppo, resta ignota l’esatta collocazione dell’abitato della comunità che utilizzava questa necropoli: probabilmente doveva occupare una delle alture vicine, come quella del Castellare o quella dove sorge il castello medievale di Casenovole, posta a controllo delle principali vie d’acqua Ombrone e il Merse.

Casenovole, loc. Boschetto: pianta della necropoli

I materiali riportati alla luce dagli scavi non erano mai stati esposti finora. Da qui l’idea della mostra. “A quindici anni dall’inizio delle ricerche e dopo 11 tombe scavate – spiega la direttrice del MAAM Chiara Valdambrini – i tempi erano ormai maturi per condividere con il grande pubblico i primi risultati di questo prezioso lavoro di scoperta e di conoscenza di un territorio la cui storia deve essere, in gran parte, ancora scritta”.

Il percorso di visita, articolato in quattro distinti spazi, ripercorre dunque lo sviluppo della necropoli dal IV al III secolo a.C. nel contesto della Valle dell’Ombrone e dei territori limitrofi, in relazione alle dinamiche di occupazione territoriale delle grandi città etrusche toscane (Roselle, Chiusi e Volterra). Già sin dall’ingresso il visitatore viene proiettato nella necropoli di Casenovole e nel contesto storico di riferimento grazie alla time lapse, che colloca la vicenda storica della necropoli di Casenovole nel contesto generale dell’Etruria.

Casenovole, località Boschetto: la tomba a fossa con deposizione maschile

Il percorso prosegue, poi, nella sala 2, a destra dell’ingresso, dove troviamo le ricostruzioni, con tanto di dromoi, della tomba 3 (o dello Scarabeo), e della tomba 7 (o delle Foglie d’oro), e la tomba 11, tutte di IV-III secolo a.C. Nel caso delle tombe 3 e 7 il visitatore viene portato a entrare e vedere, attraverso un vetro, i corredi disposti sulle banchine di deposizione: un allestimento suggestivo che richiama l’abitudine degli Etruschi di passare attraverso lunghi e profondi corridoi di ingresso per raggiungere le camere sepolcrali.

La Tomba dello Scarabeo, in particolare, conteneva i resti scheletrici di almeno 20 individui adulti ed uno subadulto, oltre ad alcune urne cinerarie risultate vuote. Tali resti sono stati inseriti in un recente progetto internazionale di ricerca volto a indagare la provenienza degli Etruschi, evidenziandone l’origine locale a partire da popolazioni giunte in Europa nei millenni precedenti (ne avevamo parlato QUI).

Il corredo della Tomba delle Foglie d’oro in esposizione

La Tomba 7 invece, un ipogeo a camera quadrangolare, spicca per la presenza di un diadema con foglie d’oro (da cui il nome di Tomba delle Foglie d’oro): utilizzata tra il IV e il III secolo a.C., ha restituito pregiate produzioni artigianali volterrane tra cui vasellame a vernice nera, un cinerario a figure rosse (kelebe) con trofeo di palmette e pigmeo con bende, uno skyphos sovradipinto in rosso con cigno stilizzato e una coppa per il consumo del vino (kylix) a figure rosse sovradipinte, impreziosita sul fondo da una scena del culto di Dioniso.

Skyphos a figure rosse

La sala 3, a sinistra dell’ingresso, è dedicata invece ai ritrovamenti di III-II secolo a.C. e ha un doppio registro di visita: nelle vetrine a muro sono esposti i reperti delle Tombe 6, 9 e 10, mentre la Tomba 1 (o del Tasso) viene presentata attraverso una ricostruzione in scala 1:1. Quest’ultima, l’unico sepolcro a camera inviolato, è anche il solo ad aver tramandato il nome della famiglia cui appartenne. Infatti, grazie a tre iscrizioni graffite su vasi, sappiamo che uno degli individui deposti nella camera si chiamava Vel Lecne, appartenente ad una gens dell’aristocrazia rurale ellenistica che deteneva grandi possedimenti terrieri nell’area tra l’Orcia e l’Ombrone.

Un piatto con l’iscrizione di Vel Lecne

Tra le altre sepolture esposte, spicca la Tomba 6, che nonostante abbia restituito un cinerario in ceramica comune (al cui interno erano deposti i resti di un uomo adulto) e un unico elemento di corredo (un askos in vernice nera), si segnala per la presenza, vicino al cinerario, di tre gusci di uova di gallina, adagiati volontariamente come probabile elemento di culto legato a rituali di rinascita (da cui il nome di Tomba delle Uova).

Casenovole, località Boschetto: la Tomba delle Uova in corso di scavo

Chiude il percorso una stanza dedicata ad approfondimenti multimediali: un video con interviste a storici, archeologi, volontari e appassionati che hanno partecipato al progetto e, a seguire, un video con il volto ricostruito di due individui, un uomo e una donna (le analisi antropologiche sono state realizzate da Stefano Ricci Cortili).

“Una mostra di alto livello – commentano il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l’assessore alla cultura Luca Agresti – che consente di fare luce su un angolo della nostra storia comune che per troppo è rimasto nascosto. Reperti, supporti multimediali, approfondimenti: il visitatore avrà a disposizione ogni strumento per scoprire questo affascinante mondo. Grazie al MAAM per l’impegno e l’organizzazione, che pone ancora una volta Grosseto al centro di un’offerta culturale accuratamente selezionata e inserita nel solco della propria storia e tradizione”.

L’analisi delle ossa degli inumati nella Tomba delle Foglie d’Oro permette di porre diverse generazioni a confronto

Il catalogo della mostra Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità sarà edito nella collana Quaderni del MAAM, a cura dell’Associazione Archeologica Odysseus APS, e comprenderà saggi di inquadramento generale, approfondimenti sulla necropoli e sui singoli complessi tombali, un inquadramento geografico, geologico e storico, nonché aspetti antropologici e paleobotanici, ogni sezione corredata di foto, piante, ricostruzioni con disegni acquarellati. Il volume (in preparazione, uscita prevista settembre 2022) sarà curato da Giacomo Baldini, Valerj Del Segato, Andrea Marcocci e Matteo Milletti.


“Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità”.
Grosseto, Museo Archeologico e d’arte della Maremma, 11 giugno 2022- 26 febbraio 2023
Informazioni: maam.comune.grosseto.it

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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