Dopo un anno di chiusura per i restauri, riapre oggi, lunedì 9 gennaio 2023, la Basilica paleocristiana di San Vigilio. Un vero e proprio scrigno di tesori, quello custodito nel sottosuolo della Cattedrale di Trento, i cui resti furono messi in luce tra il 1964 e il 1977 grazie a una serie di campagne di…
Dopo un anno di chiusura per i restauri, riapre oggi, lunedì 9 gennaio 2023, la Basilica paleocristiana di San Vigilio. Un vero e proprio scrigno di tesori, quello custodito nel sottosuolo della Cattedrale di Trento, i cui resti furono messi in luce tra il 1964 e il 1977 grazie a una serie di campagne di scavi. La Basilica venne eretta al di fuori della cinta urbica romana di Tridentum presumibilmente verso la fine del IV secolo d.C. L’edificio deve la sua prima origine alla sepoltura dei santi Sisinio, Martirio e Alessandro, uccisi in Val di Non dai pagani il 29 maggio 397. Pochi anni dopo, accanto ai tre martiri, fu sepolto anche Vigilio, terzo vescovo e patrono di Trento.

L’antico luogo di culto, che da principio rivestì il ruolo di basilica cimiteriale, ovvero di santuario con funzione essenzialmente commemorativa, divenne chiesa cattedrale tra il IX e il X secolo, quando nelle sue immediate vicinanze fu trasferito il palazzo vescovile. Nel corso dei secoli la chiesa subì alcune significative modifiche strutturali: nel IX secolo furono aggiunti due sacelli laterali absidati; nell’XI secolo l’aula venne divisa in tre navate e si scavò una cripta con conseguente rialzo della zona presbiterale. Gli ultimi interventi furono conclusi dal vescovo Altemanno, che il 18 novembre 1145 riconsacrò questa chiesa, destinata ad essere sostituita nel XIII secolo dall’attuale Cattedrale.




L’area archeologica, estesa e articolata, presenta al visitatore un suggestivo scenario che abbraccia secoli densi di storia e fede. Sono ancora visibili le tombe terragne del pavimento – tutte convergenti verso quella del patrono San Vigilio – la decorazione musiva posta in prossimità del recinto presbiterale, alcuni lacerti dei plutei scolpiti, le lastre tombali di coloro che qui furono sepolti. Al centro della vasta aula è posta la celebre ‘arca di San Vigilio’ (XI-XII secolo), una particolare tipologia di monumento funebre che in passato accolse le spoglie del patrono della città.

Attualmente in questo spazio sono sistemate alcune pietre tombali molto più tardive, di cui la più ragguardevole è quella del principe vescovo Udalrico Frundsberg (morto nel 1493).

Il patrimonio di storia, arte e fede custodito da questo luogo è immenso. Ed è proprio per valorizzare al meglio questo tesoro che il Museo ha recentemente studiato e realizzato un nuovo percorso di visita arricchito da video, postazioni multimediali e visori per la realtà virtuale immersiva. Sono state inoltre aperte nuove aree espositive dove poter ammirare i reperti, corredati da didascalie e pannelli in due lingue (italiano e inglese). Nel rinnovato percorso di visita le soluzioni tecnologiche permettono di far rivivere il passato e di comprendere in modo semplice e intuitivo le complesse vicende della Basilica. Non mancheranno i supporti tradizionali e una speciale brochure pensata per le famiglie: attraverso enigmi, giochi e indovinelli anche i piccoli visitatori potranno scoprire divertendosi la storia dell’area archeologica.

L’iniziativa giunge a coronamento dei restauri della Cattedrale, riaperta il 10 dicembre scorso: lavori lunghi ed elaborati iniziati nei primi anni Duemila con il restauro dell’esterno e continuati progressivamente nell’interno fino a toccare, da luglio 2021 ad oggi, il transetto, il tiburio e la zona absidale, rimasta del tutto preclusa a fedeli e visitatori.

Gli interventi di restauro e consolidamento strutturale della cattedrale, eseguiti dalla ditta Lares di Venezia, sono stati presentati a novembre dall’ingegner Edoardo Iob e dall’architetto Ivo Bonapace i quali hanno spiegato che i lavori hanno interessato oltre 6000 metri quadrati di superficie: interventi eseguiti con le più avanzate metodologie per garantire il consolidamento, la conservazione e il rispetto delle coperture presenti. I restauri hanno riguardato anche circa 200 metri quadrati di superfici affrescate, di cui la metà collocate nei transetti nord e sud con ben 24 preziosissimi dipinti del XIII e XIV secolo per oltre cento metri quadrati di estensione complessiva. Tra le opere spicca la “Madonna in trono con Bambino e Santi” risalente al 1300, quasi completamente celata, almeno dal 1893, dietro il monumento funebre del vescovo Bernardo Clesio, ora spostato nella posizione originaria, nella parete sud. Non sono mancate le scoperte: sul “San Cristoforo” nel transetto sud sono stati rivenuti pigmenti che, secondo gli studiosi, “raramente si trovano su pitture murali, con una ricchezza di colori tipici di opere d’arte particolarmente preziose”.

La Basilica Paleocristiana di Trento è accessibile da sotto l’altare maggiore della Cattedrale, all’angolo del transetto settentrionale, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30; la domenica dalle 14.30 alle 17.30. Chiusa ogni martedì.
Biglietti: Intero 3 euro, ridotto (per visitatori dai 15 ai 26 anni, over 65, convenzionati) 2 euro; 7 euro Basilica paleocristiana + Museo Diocesano Tridentino, 5 euro Basilica paleocristiana + Museo Diocesano Tridentino. Ingresso gratuito per bambini fino a 14 anni.
I possessori della Guest Card Trentino hanno diritto ad un ingresso gratuito al Museo.
Per informazioni: tel. 0461 234419, e-mail info@mdtn.it.
Fonti: Museo Diocesano Tridentino, Trentino Cultura, Comune di Trento, Chiesa di Trento.
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