Riapre al pubblico dopo un lungo intervento il Mitreo di Marino (Roma), uno dei tre attualmente noti in cui si conserva l’affresco della Tauroctonia, la rappresentazione del dio Mithra mentre uccide il toro sacro. Il culto, di carattere iniziatico, si diffuse nell’impero tra il I e il IV secolo ed era molto popolare tra i soldati. La cerimonia di riapertura sarà preceduta da una giornata di studi.
di Elena Percivaldi (foto: SABAP Roma/Rieti)
L’attesa è durata un po’, ma ne sarà valsa la pena. Sì, perché ora il Mitreo di Marino, ipogeo sacro risalente al II secolo circa, viene finalmente riaperto al pubblico dopo un lungo e attento studio e una serie di azioni che ne consentiranno la fruizione garantendone anche la preservazione ottimale. La cerimonia avrà luogo il 23 settembre alle ore 15 e sarà preceduta, in mattinata, da un incontro sul mitraismo che coinvolgerà anche gli altri due mitrei dotati di affreschi raffiguranti il dio Mithra mentre uccide il toro sacro (Tauroctonia): il Mitreo Barberini di Roma e quello di Santa Maria Capua Vetere (CE). L’iniziativa è pensata nell’ottica di un progetto comune di valorizzazione dei tre monumenti.

Il culto misterico di Mithra vide la luce nel Mediterraneo orientale intorno al II-I secolo a.C. e si diffuse nell’Impero romano grazie ai contatti commerciali e gli spostamenti delle truppe a partire dal I secolo d.C. Raggiunse l’apice tra il III e il IV secolo, divenendo molto popolare in particolare tra i soldati romani. Si trattava di un culto di carattere iniziatico (secondo san Girolamo, i gradi di iniziazione degli adepti erano sette); le cerimonie avvenivano in luoghi sotterranei, davanti a poche persone, e terminavano con un banchetto comune. Centrale nel rito era il ruolo dell’acqua, che svolgeva probabilmente una funzione purificatoria: per questo i luoghi scelti per ospitare santuari di questo tipo si trovavano di solito in prossimità di sorgenti naturali o artificiali.
La Tauroctonia è accompagnata, spesso, dai simboli del Sole, della Luna, dei sette pianeti, delle costellazioni zodiacali, dei venti e delle stagioni, caratteristiche che hanno indotto a fornire un’interpretazione astrale del mito: il culto di Mitra potrebbe quindi simboleggiare la forza del Sole all’uscita dalla costellazione del Toro verso la costellazione dell’Ariete, nell’equinozio di primavera; la “morte” del toro rappresenterebbe la rinascita e il suo “sacrificio” garantirebbe la fecondità e la prosperità del mondo.
Il complesso di Marino, rinvenuto casualmente nel 1963 in via Borgo della Stazione durante i lavori di ampliamento di una cantina, si trova all’interno di una cavità artificiale scavata nel peperino – accessibile percorrendo una galleria lunga 29 metri e larga 3 – utilizzata in età tardo-repubblicana o augustea (I secolo a.C. – I d.C.) come cisterna per la raccolta delle acque, probabilmente destinata all’approvvigionamento della limitrofa villa coeva. I sondaggi archeologici hanno riportato in luce la scalinata di accesso originale, formata da sette gradini, e la parete di fondo dove erano le fistulae (tubature) plumbee funzionali al prelievo dell’acqua. Caduta in disuso la cisterna, verso la metà del II secolo d.C. la cavità venne trasformata in mitreo.

Lungo le pareti laterali sono raffigurati i dadofori (portatori di fiaccole) Cautes, con la torcia alzata, e Cautopates, che la tiene abbassata. Sui muri sono ancora ben visibili i fori dove un tempo erano alloggiate le lucerne usate durante i riti; osservando il pavimento, invece, si intravedono le tracce dei banconi (podia) occupati dai fedeli e della mensa usata per le celebrazioni.

A catturare l’occhio è però la grande raffigurazione della Tauroctonia che domina la parete di fondo, realizzata con la tecnica a encausto: il dio Mithra, con indosso i tipici abiti orientali – tunica rossa con maniche e calzoni e berretto frigio – e avvolto in un mantello blu cosparso di stelle e dei sette pianeti, viene colto nell’atto di tagliare la gola al toro bianco mentre in basso un cane e un serpente ne bevono il sangue. Il dio volge la testa in direzione della personificazione del Sole raggiante, posto in alto a sinistra, il quale ricambia il suo sguardo con benevolenza; sul lato opposto, invece, la Luna abbassa lo sguardo, circondata di luce riflessa. La scena della Tauroctonia è incorniciata da altri otto episodi che “raccontano” tutta la vicenda del mito: nell’ordine, la lotta tra Giove e i Giganti, Saturno sdraiato, la nascita di Mitra da una roccia e Mitra che cavalca il toro bianco sulla sinistra; Mitra che trascina il toro per le zampe posteriori nella grotta e inizia il Sole ai misteri, l’alleanza tra le due divinità e il momento in cui Mitra fa sgorgare l’acqua da una roccia sulla destra. Davanti alla grandiosa rappresentazione si erge, infine, un cippo votivo su cui si legge l’iscrizione INVICTO DEO CRESCES ACTOR ALFI SEBERI D P (Cresces, amministratore di Alfio Severo, pose come dono al dio invitto).

Al momento dell’avvio, nel 2020, della fase progettuale finalizzata alla riapertura – spiega la nota diffusa dal Comune in occasione della riapertura del complesso -, la sala antistante il Mitreo appariva compromessa a causa delle infiltrazioni di acqua e della forte umidità, costantemente presente. Ad aggravare la situazione era la scarsa attingibilità del monumento, reso impenetrabile dall’edificio che gli era stato costruito intorno all’inizio degli anni ’60. “La sfida – si legge ancora nella nota tecnica – del nuovo progetto di allestimento museale, teso alla riqualificazione e valorizzazione del sito, è stata quella di rendere “accogliente” un ambiente difficile, date la collocazione e le condizioni microclimatiche estreme che lo caratterizzano ma che al contempo ne hanno garantito la perfetta conservazione”.
L’intervento è stato realizzato dal Comune di Marino, sotto l’alta sorveglianza dei funzionari Gabriella Serio e Claudia Castagnoli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, diretta dall’arch. Lisa Lambusier, e finanziato dal Segretariato Generale del Ministero della Cultura. Coordinatrice di tutte le attività di progettazione e allestimento è l’architetto Emanuela Todini, mentre la nuova identità visiva, grafica e video è stata realizzata dallo Studio 21.
Per partecipare alla giornata di studi e all’inaugurazione del Mitreo (qui sotto il programma), è obbligatoria la prenotazione (biglietteria.mitreomarino@coopculture.it) e l’esibizione del Green Pass all’ingresso.
Fonte: Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti
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