EVENTI / Come ci si spostava nell’età del Rame? Una mostra indaga la mobilità ai tempi di Ötzi

La nuova mostra temporanea “Stone Age Connections. Mobilità ai tempi di Ötzi”, in corso a Bolzano nel Museo Archeologico dell’Alto Adige, ricostruisce gli spostamenti di uomini, oggetti, tecnologie e idee durante l’età del Rame. In corso anche il parziale rinnovamento dell’esposizione permanente dedicata alla celebre Mummia del Similaun.

di Elena Percivaldi (foto: ©Museo Archeologico dell’Alto Adige / Silbersalz)

Intraprendere un viaggio intercontinentale, acquistare merci in tutto il mondo o cambiare residenza ci sembra oggi una cosa del tutto normale, forse persino banale. Un po’ diversa era la situazione nell’età del Rame, l’epoca di Ötzi, il celebre “Uomo venuto dal ghiaccio” ritrovato nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, al confine tra Italia e Austria: un’epoca per la quale nessun documento scritto ci è giunto e la cui conoscenza, purtroppo sempre troppo limitata e parziale, è affidata in via esclusiva alle tracce materiali. Gli orizzonti, certo, erano allora assai più limitati di quelli odierni ma al contrario di quanto si possa pensare le società del tempo erano tutt’altro che statiche. Nel Neolitico, infatti, fanno la loro comparsa i primi oggetti in metallo, e più precisamente in rame e lo scambio di materie prime e di utensili che ne consegue dà vita, in tutta Europa, a una mobilità sorprendentemente vivace testimoniata da un gran numero di oggetti rinvenuti fuori contesto, doni portati dai viaggiatori agli ospiti oppure frutto di merci di scambio. A dirci da dove provenivano le materie prime utilizzate per realizzare tali manufatti sono i metodi scientifici elaborati negli ultimi decenni, che documentano il superamento di distanze davvero notevoli, attraversando le quali viaggiavano anche idee, lingue, culture, abilità e tecnologie. A dar conto di questo affascinante quadro di spostamenti, interconnessioni e contaminazioni nell’Europa di cinquemila anni fa è la mostra “Stone Age Connections. Mobilità ai tempi di Ötzi”, allestita al Museo Archeologico di Bolzano fino al 7 novembre 2022.

L’esposizione presenta una serie di esempi significativi di oggetti provenienti da tutta Europa che consentono di ricostruire il tema della mobilità nell’età del Rame non solo dal punto di vista degli scambi commerciali, ma anche da quello dei mezzi di trasporto e dei flussi migratori. Studiando la fonte delle materie prime, è stato possibile ad esempio attestare per la prima metà del IV millennio a.C. la circolazione, nel territorio corrispondente all’odierno Alto Adige, di oggetti in rame provenienti dai Balcani. Con lo sviluppo della tecnologia della lavorazione di questo metallo in Italia meridionale e centrale, la produzione dei primi oggetti in rame – probabilmente doni destinati agli ospiti – si trasferisce anche all’Europa centrale: a dimostrarlo è proprio la lama dell’ascia di Ötzi, il cui rame proviene da giacimenti toscani (ne avevamo parlato QUI ) e costituisce una testimonianza di rilevanza internazionale che viene presentata in un contesto ricco di reperti altoatesini ed europei. Le selce delle punte di freccia dell’Uomo del Similaun invece proveniva, come ha dimostrato uno studio pubblicato nel 2018, dalla cosiddetta Piattaforma di Trento, almeno per quanto concerne cinque delle sei punte trovate insieme alla mummia (una delle quali dalla Val di Non, a una settantina di chilometri in linea d’aria); la selce del pugnale, invece, proviene dall’areale tra Trentino occidentale e a Lombardia orientale a ulteriore dimostrazione di come la comunità di Ötzi, per rifornirsi della selce necessaria alla produzione di armi e utensili, coltivasse relazioni commerciali con aree differenti e lontane.

Il tema della diffusione delle idee e della cultura viene invece affrontato con l’ausilio dei vasi campaniformi, che cominciano a diffondersi in tutta Europa proprio durante l’età del Rame. In questo caso l’attenzione non è però rivolta alla materia prima – l’argilla – diffusa ovunque ed estratta per lo più localmente, bensì alla trasmissione delle idee e del patrimonio intellettuale tra gruppi culturali diversi.

I manufatti circolavano per via commerciale ma anche grazie ai flussi migratori, oggi ricostruibili ricorrendo a tecnologie all’avanguardia basate sull’analisi del DNA. Lo studio dei materiali genetici documenta la successione di due grandi ondate migratorie verso l’Europa, foriere di cambiamenti culturali destinati a rivoluzionare la storia del Continente: l’introduzione dell’agricoltura e la lingua indoeuropea. Ötzi visse proprio tra questi due momenti epocali rappresentando per la scienza una sorta di “anello di congiunzione”.

Ma mobilità, nell’età del Rame, significa anche spostarsi sull’acqua, nel fondovalle tra gli insediamenti e in montagna. La mostra illustra quindi le modalità di questi spostamenti sulla base anche in questo caso di importanti ritrovamenti – calzature, piroghe, gerle e ruote – effettuati in Alto Adige e nella regione alpina (o in alternativa loro accurate ricostruzioni).

In coincidenza con i lavori per l’allestimento della mostra temporanea, il Museo bolzanino ha anche iniziato a rinnovare alcune sezioni dell’esposizione permanente dedicata a “Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio“, realizzata ormai 11 anni fa. Nel nuovo allestimento si dà spazio ai risultati scientifici ottenuti negli scorsi anni studiando la mummia di Similaun, i suoi oggetti e le circostanze della sua morte, forieri di importanti scoperte relative alle malattie di cui Ötzi soffriva, alla corda del suo arco e ai dettagli del suo ultimo pasto (tutti argomenti di cui a suo tempo abbiamo parlato su Storie & Archeostorie). Occhi puntati anche sulle esperienze derivate dall’attività di mediazione del museo, nelle quali i reperti originali e le postazioni interattive giocano un ruolo fondamentale.

Per consentire una miglior comprensione del contesto in cui Ötzi e i suoi contemporanei vissero, il Museo darà inoltre maggior spazio anche all’ambiente naturale durante l’età del Rame. Le conoscenze relative alle abilità degli uomini di quest’epoca saranno quindi illustrate partendo dalle materie prime a loro disposizione, rame e selce. Si potranno apprendere in maniera chiara ed efficace anche gli ultimi risultati della ricerca negli ambiti della biologia, della medicina e della criminologia, e in alcune postazioni grandi e piccini potranno vestire i panni dei ricercatori. Infine, la nuova sezione “Archeologia dei ghiacciai” offrirà la possibilità di vedere una serie di reperti originali di importanza mondiale emersi negli scorsi anni dalla neve e dai ghiacci dell’Alto Adige.

La mostra “Stone Age Connections. Mobilità ai tempi di Ötzi” è visitabile al Museo Archeologico di Bolzano fino al 7 novembre 2022 (orari: mar-dom ore 10.00-18.00. Nei mesi di dicembre, luglio ed agosto il museo è aperto anche di lunedì). I lavori di rinnovamento di altre sezioni dell’esposizione permanente (allestita al 1° piano: “L’Uomo venuto dal ghiaccio”) proseguiranno invece nel mese di gennaio 2022. Per informazioni: www.iceman.it

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.


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