© Elena Percivaldi – Perceval Archeostoria. All rights reserved. Nessuna parte di questo blog può essere copiata, riprodotta o rielaborata senza citare la fonte.
Foto ©RavennAntica e ©Perceval Archeostoria. Video ©Perceval Archeostoria
RAVENNA, 3 dicembre 2018 – [di Elena Percivaldi] Bagno di folla (si parla di quasi 4mila persone) a Ravenna per l’inaugurazione, che si è tenuta sabato primo dicembre mattina, di “Classis Ravenna”, il nuovo Museo della Città e del Territorio sorto nell’ex Zuccherificio di Classe: 2.600 metri quadrati complessivi per un percorso che, attraverso oltre 600 reperti, ripercorre la lunga e gloriosa storia di Ravenna dalla preistoria all’antichità romana, dalle fasi gota e bizantina all’Alto Medioevo (ne avevamo annunciato l’apertura qua).

Noi di Perceval Archeostoria abbiamo avuto l’opportunità di visitare il Museo il giorno precedente l’opening ufficiale al pubblico insieme a un ristretto gruppo di giornalisti e altri addetti ai lavori.
L’atmosfera che si respirava era di grande attesa e ansia, visto che i locali nel pomeriggio erano ancora di fatto un cantiere aperto in cui lavoravano febbrilmente operai e tecnici, compromettendo purtroppo la visione d’insieme dell’allestimento e la possibilità di coglierne i dettagli. Alla “mancanza” ha comunque sopperito il responsabile scientifico del Museo, il prof. Andrea Augenti, il quale prima in conferenza stampa e poi accompagnandoci alla visita ha illustrato con grande passione un progetto che ha l’ambizione non solo di presentare una serie di reperti pregevoli (e ve ne sono: uno su tutti, lo spettacolare mosaico proveniente dal cosiddetto “Palazzo di Teodorico”, che campeggia su una delle pareti), ma anche di mettere a disposizione di docenti e studenti dell’Università un luogo dove seguire i loro percorsi formativi e di ricerca.

I “numeri” del Museo, lo avevamo già sottolineato presentando l’evento, sono imponenti: l’investimento che il Comune di Ravenna, con il Mibact, la Regione Emilia-Romagna e l’Unione Europea hanno messo in campo, con l’apporto determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, supera i 22 milioni di Euro. La progettazione del nuovo “Classis Ravenna”, realizzato e gestito dalla Fondazione RavennaAntica così come l’Antico Porto, la Basilica di Sant’Apollinare e, nel cuore di Ravenna, la Domus dei Tappeti di Pietra, il Museo TAMO e la Cripta Rasponi, è stata affidata all’architetto Andrea Mandara che ha operato al servizio di un comitato scientifico di assoluto prestigio. Tutto intorno, sta sorgendo inoltre un’oasi verde di 15.0000 mq e collegamenti da e per i principali monumenti della città.
E vediamo quindi il percorso. Al Museo si entra salendo una doppia rampa di ingresso aperta su un grande a prato (al momento ancora brullo, ma in primavera sarà sicuramente suggestivo). A dividere le due rampe un grande “nastro” interamente rivestito a mosaico di tessere di varie tonalità di blu, che riproduce l’idea del mare su cui Ravenna nasce e da cui ha tratto linfa vitale, ricchezza e commercio nel corso dei secoli.

Varcata la porta, si è accolti da una bellissima installazione composta da un grande telo-vela che riproduce le navi stilizzate della flotta di Classis così come sono rappresentate nel celebre mosaico di Sant’Apollinare Nuovo (sotto). Nella zona accoglienza è presente la biglietteria, un punto informazioni e un bookshop ben fornito (anche se manca un vero e proprio catalogo del Museo, sono a disposizione depliant gratuiti).

Una volta entrati nelle sale del Museo, ecco iniziare il “racconto” vero e proprio della storia cittadina, concepito come in continuo dialogo con l’architettura recuperata del vecchio Zuccherificio, che rimane sempre visibile. A condurre il visitatore per mano attraverso i tanti secoli di vita della città è una “linea del tempo” rossa, come un fil rouge appunto, che segnala le date principali e una serie di banner con le gigantografie dei personaggi (Teodorico, ma non solo….) che hanno scritto la storia di Ravenna (sotto).

I reperti archeologici sono inseriti in appositi espositori disposti cronologicamente – dall’età preromana al basso Medioevo con la fine di Classe – lungo le gallerie del percorso, intervallati da vetrate e altri apparati grafici, visivi e sonori. Difficile, non essendo terminato l’allestimento, giudicarne appieno l’efficacia, ma di certo la proposta pare vivace e interessante: sicuramente in grado di “arrivare” al pubblico, e probabilmente anche di coinvolgerlo emotivamente.

Spazi particolarmente ampi sono dedicati, come un focus, a temi ritenuti cruciali come ad esempio la navigazione e i commerci, e affrontati in una sezione dedicata al loro approfondimento. Completano l’allestimento numerosi plastici ricostruttivi, a volte collegati a proiezioni di immagini, e pannelli che ricostruiscono anche l’aspetto delle genti che, via via, hanno partecipato a comporre l’identità cittadina: etruschi, romani, goti, longobardi, bizantini.

La prima impressione che abbiamo avuto del Museo è, nel complesso, abbastanza positiva (anche se abbiamo qualche perplessità su alcuni dei disegni ricostruttivi, ma ci riserviamo di ragionarci con calma). Speriamo a ogni modo di poter riassaporare il percorso definitivo e allestito in modo completo, magari quando sarà in piena attività. Una cosa comunque è certa: per Ravenna l’apertura di “Classis Ravenna” è un traguardo importante. E le premesse per dare un contributo “pesante” alla rilettura della storia cittadina, e soprattutto alla sua divulgazione al pubblico non specialista, sembrano esserci tutte.
Vi lasciamo con i nostri video girati durante l’anteprima stampa.
© Elena Percivaldi – Perceval Archeostoria. All rights reserved. Nessuna parte di questo blog può essere copiata, riprodotta o rielaborata senza citare la fonte.
Foto ©RavennAntica e ©Perceval Archeostoria. Video ©Perceval Archeostoria
Un pensiero su “REPORTAGE / A Ravenna apre “Classis”, mille anni di storia a disposizione di tutti [FOTO, VIDEO]”