MUSEI / Vetri romani, ma non solo: la Collezione Strada finalmente esposta a Vigevano (PV) [FOTO]

Al Museo Archeologico Nazionale della Lomellina di Vigevano (PV) un “assaggio” della Collezione Strada di recente acquisita dal Ministero della Cultura. In mostra fino a settembre un’ampia selezione di preziosi vetri romani, in attesa dell’esposizione permanente di tutti i suoi preziosi reperti archeologici, che spaziano dalla preistoria all’età longobarda

(foto: ©Direzione Regionale Musei Lombardia / Museo Archeologico Nazionale della Lomellina – ©RIPRODUZIONE RISERVATA)

Sono 45 e tutti spettacolari i reperti archeologici della collezione Strada esposti dall’8 luglio nel Museo Archeologico Nazionale della Lomellina a Vigevano (PV). Vetri preziosissimi di età romana, tra i quali spicca una splendida coppa in vetro verde chiaro proveniente da Albonese e databile al secondo quarto del I secolo d.C. Un vero e proprio unicum per qualità ed eccezionale stato di conservazione e per giunta firmata in greco dal suo artefice Aristeas.

Ma si tratta solo di un assaggio: la mostra, aperta fino al 30 settembre, anticipa infatti l’esposizione dell’intera collezione che avverrà entro l’anno e che permetterà a fruizione pubblica di una collezione di eccezionale interesse culturale. L’insieme di oggetti è frutto della passione antiquaria di Antonio Strada (1904-1968) e raccoglie 269 pezzi appartenenti ad un arco cronologico di oltre diciotto secoli, dalla preistoria all’età longobarda, con particolare concentrazione di oggetti databili tra l’età della romanizzazione (II-I secolo a.C.) e la prima epoca imperiale romana (I-II secolo d.C.). La collezione è stata creata da Strada a partire da un nucleo di reperti rinvenuti nei terreni di famiglia già nel XIX secolo, che via via si sono arricchiti con successivi acquisti da altre collezioni.

Una collezione straordinaria

Conservata nel castello di famiglia a Scaldasole, la collezione Strada era nota agli studiosi già a partire dagli anni ’60 del Novecento. Ma data l’importanza dell’insieme, la ricchezza in relazione al contesto lomellino, la qualità e l’eccezionalità di alcuni oggetti, il Ministero della Cultura ha deciso di avviare nel 1999 la procedura di esproprio per garantirne una più ampia fruibilità, favorirne lo studio e diffonderne la conoscenza. Il lungo iter di acquisizione si è concluso di recente con l’assegnazione al Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, che dopo questo “assaggio” ospiterà la Collezione con un allestimento permanente arricchendo a sua volta il proprio già ingente patrimonio.

Coppa costolata in vetro azzurro lavorato a stampo, da Garlasco. Inizi I-inizi II secolo d.C.

Pur comprendendo oggetti riferiti ad un vasto arco cronologico, la Collezione Strada si caratterizza soprattutto per la ricchezza e la particolarità degli oggetti in vetro di età romana, che ne costituiscono indubbiamente il punto di forza. Quasi tutti i reperti provengono della Lomellina, territorio noto a livello archeologico proprio per l’abbondanza, la varietà e la raffinatezza della produzione vetraria.
I manufatti, rinvenuti in gran parte durante lavori agricoli tra l’Ottocento e i primi anni del Novecento provengono per la maggior parte da corredi funerari, come prova l’integrità di molti di essi. I materiali comprendono diverse tipologie, dalla ceramica di uso comune a quella più raffinata, dai vetri alla coroplastica, dagli oggetti d’ornamento agli utensili in metallo.

Anforetta in vetro soffiato porpora, con decorazione applicata in vetro bianco, che forma un motivo piumato, da Scaldasole. Metà I secolo d.C.

Nel tempo, Antonio Strada arricchì la raccolta di reperti ereditati con l’acquisizione di altre collezioni private: tra queste le più consistenti sono la Steffanini, composta di oggetti rinvenuti a Mortara e nei dintorni, e la collezione Volpi-Nigra di Lomello, costituita principalmente da reperti della necropoli delle Brelle. Non mancano pezzi di provenienza extra territoriale (Magna Grecia ed Etruria), probabili acquisti di viaggio o frutto di doni e scambi, e oggetti falsi o di dubbia antichità, come spesso si riscontra nelle collezioni.

Viaggio nella storia antica della Lomellina

Il nucleo di oggetti presentato in questa anteprima, curata da Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi e Angelo Rossi, è esposto in due vetrine, collocate nella sala II del museo, dedicata all’età romana, situata nella cosiddetta “terza scuderia” del castello visconteo-sforzesco di Vigevano.
Nella prima vetrina sono esposti reperti databili tra la tarda età del Bronzo (XIII secolo a.C.) e l’epoca longobarda (VII secolo d.C.). In alcuni casi si tratta di testimonianze rare nel territorio ma per lo più sono manufatti che trovano ampio riscontro negli oggetti esposti in museo, sia nelle tipologie che negli ambiti culturali. Fra le testimonianze di età romana predomina per quantità la ceramica, con il vasellame di uso comune e prodotti più raffinati di importazione
Purtroppo, come spesso accade nelle collezioni, la perdita dei contesti originari rende talora difficile precisare le datazioni.

Tazza firmata

La seconda vetrina raccoglie una selezione di manufatti in vetro: l’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile come detto al secondo quarto del I secolo d.C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada. L’eccezionalità di questo reperto non risiede però soltanto nell’alta qualità esecutiva e nella raffinatezza della decorazione, ma si deve soprattutto al fatto che si tratta dell’unico esemplare firmato da Aristeas giunto integro fino a noi: ΑΡΙϹΤΕΑϹ ΕΠΟΙΕΙ, “Aristeas fece”, si legge infatti all’interno di una tabula anseata che fa parte della decorazione a baccellature e girali vegetali. Di questo artigiano del vetro sono conosciuti infatti solo altri cinque manufatti, tutti pervenutici in condizioni frammentarie. La coppa, insieme ad altri esemplari firmati dal più noto Ennione, è stata esposta recentemente in due prestigiose occasioni al Metropolitan Museum di New York e al Corning Museum of Glass, acquistando fama internazionale tra gli studiosi.

Coppa biansata in vetro verde chiaro soffiato in stampo, decorata a baccellature e girali vegetali. Al centro entro la tabula ansata la firma dell’autore in greco: ΑΡΙϹΤΕΑϹ ΕΠΟΙΕΙ (Aristeas fece). Da Albonese. Secondo quarto del I secolo d.C.


La coppa apparteneva ad una produzione di vasellame pregiato e destinato alle élite, opera di artigiani probabilmente mediorientali, di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari in territorio pavese e piemontese: la loro presenza testimonia l’esistenza di vivaci scambi commerciali nell’area nel corso della prima età imperiale.
Altre rarità, sempre tra gli oggetti in vetro, sono la pisside in vetro blu e un’anforetta color porpora con decorazione piumata in bianco, mentre altri manufatti trovano riscontro nella ricca documentazione vitrea del territorio lomellino.

LA COLLEZIONE STRADA. UN’ANTEPRIMA
8 luglio – 30 settembre 2022
Castello Sforzesco, Piazza Ducale, 20 – 27029 Vigevano (PV)
Tel. e fax: 0381/72940
www.museoarcheologico.vigevano.beniculturali.it

Mostra progettata dalla Direzione Regionale Musei Lombardia (Direttore Emanuela Daffra) e dal Museo Archeologico Nazionale della Lomellina (Direttore Stefania Bossi)

A cura di Emanuela Daffra, Rosanina Invernizzi, Elisa Grassi, Stefania Bossi e Angelo Rossi

Progetto allestimento e grafica di Angelo Rossi e Giulia Camozzi

Fonte: Direzione Regionale Musei Lombardia / Museo Archeologico Nazionale della Lomellina

©STORIE & ARCHEOSTORIE. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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