Il nuovo progetto del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino è dedicato all’arte islamica e agli esiti che, nei secoli, questa ha prodotto in Europa e nel bacino mediterraneo. Un viaggio di grande suggestione attraverso straordinarie ceramiche e tappeti, testimonianze della raffinatezza e del gusto che permeava il Mare Nostrum tra il X e il…

Un nuovo progetto dedicato all’arte islamica e agli esiti che, nei secoli, questa ha prodotto in Europa e nel bacino mediterraneo, un’esposizione puntuale che intende volgere un primo sguardo su un universo di grande complessità e bellezza: è questa la nuova, grande mostra che ha aperto in questi giorni al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino (in esposizione fino al 28 maggio 2023). Partendo dal patrimonio delle collezioni presenti nel Museo, Lustro e lusso dalla Spagna islamica. Frontiere liquide e mondi in connessione pone l’accento sul sincretismo culturale tra mondo islamico ed Europa, che trova nell’area mediterranea una sua sintesi ideale, e offre al visitatore un punto di vista inedito da cui osservare una storia secolare di trasformazioni e contaminazioni artistiche, linguistiche e di conoscenza scritta nelle trame dei tessuti e sulla superficie lucente delle ceramiche.
Chiamato Mare Nostrum, Mediterraneus, Mar Bianco, Hayam Hatikhon, Grande Verde – e ogni volta a indicare un luogo di incontro, di scontro, di scambio, di battaglie e di dialogo fra popoli e culture diversi fra loro ma accomunati da una prossimità profonda – il Mediterraneo ha sempre esercitato una forza d’attrazione a cui nessun popolo ha potuto sottrarsi: per lunghi secoli merci, tradizioni, invenzioni, scoperte sono nate o sono transitate da qui. Perché questo non è solo un mare e soprattutto non è solo Europa: è stato – e per certi versi è ancora – una possibilità dall’identità mutevole.

Ciò che nasce sulle sponde del Mediterraneo si contamina per prossimità e si radica per necessità, innestandosi sull’esistente e assumendo identità e forme nuove. Così è accaduto con la lingua araba, ma soprattutto con le arti figurative, in particolare con la produzione tessile e ceramica: diverse raffigurazioni e tecniche della produzione di tappeti, tessuti e vasellame, custodite come segreti preziosi nei territori del Medio Oriente e del Nord Africa, sono approdate nella penisola iberica insieme ai conquistatori, quasi un “effetto collaterale” della secolare dominazione, dando origine a una straordinaria produzione autoctona ibridata.

Spagna, Cordoba? / Spain, Cordoba?
Periodo omayyade, seconda metà del X sec. / Umayyad Period, second half of 10th century
L’esposizione Lustro e lusso dalla Spagna islamica intende presentare negli spazi della Galleria del MAO dedicata all’arte dei Paesi Islamici dell’Asia una mirata selezione di opere provenienti da collezioni pubbliche e private (dall’Instituto Valencia de Don Juan di Madrid, della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica di Genova, da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e dalla galleria Moshe Tabibnia di Milano), che vengono poste in dialogo con quelle presenti nelle collezioni permanenti del Museo d’Arte Orientale.
Pregiati tappeti e frammenti tessili e ceramiche ispano-moresche di provenienze diverse datati tra il X e il XVI secolo, capaci di trasportare il visitatore in territori poco esplorati, aprono diverse traiettorie di conoscenza e riflessione e mettono in evidenza la relazione tra il mondo ispanico europeo e quello islamico nel contesto del Mediterraneo.
Un tappeto straordinario
Fra le opere esposte segnaliamo un frammento della bordura di un tappeto, datato fine XV o inizi del XVI secolo, appartenente alla Collezione Istituto “Valencia de Don Juan” di Madrid e proveniente da un esemplare del gruppo di tappeti ‘Mudejar’ a stemmi araldici, che doveva essere particolarmente splendido.

Sulla sinistra si individua la fascia a fondo blu con elementi pseudo-cufici molto stilizzati che individuano dei riquadri, contenenti alternativamente un albero o un vaso fiorito affiancato da uccellini stilizzati e figure di animali, tra i quali un leone rampante, un toro ed un leprotto. In alto è visibile la raffigurazione, purtroppo tagliata nella parte superiore, di un “uomo” con il corpo rosso maculato, ricoperto di pelliccia, che tiene in una mano una specie di scudo e nell’altra, che non si vede, probabilmente una spada o una lancia, analogamente a quanto si può riscontrare in altri esemplari con la stessa scena. Nella parte destra sono invece presenti dei motivi floreali assai geometrici e stilizzati, sempre su fondo blu, disposti entro una griglia di losanghe tratteggiata in rosso.
Questo manufatto di straordinaria qualità sarà esposto solo fino al 12 febbraio 2023.
Capolavori lussuosi e raffinati
Dalla Fondazione Bruschettini provengono invece due frammenti di un tappeto a ghirlande, risalenti all’inizio XVI secolo, che compongono una ghirlanda circolare, caratteristica del gruppo di tappeti di Alcaraz definito ‘rinascimentale’ e chiamato appunto “a ghirlande” o “coronas” in spagnolo, dal disegno molto grafico e lineare, a tre colori – il rosso del fondo, il verde degli ornamenti e il giallo che li contorna – e un capitello in marmo scolpito in rilievo del periodo omayyade (seconda metà del X secolo) ascrivibile a Cordoba, capitale di Al-Andalus. Questo raffinatissimo elemento architettonico mostra decorazioni profonde, decise e delicate, che svelano sapiente maestria nelle tecniche dell’intaglio. Le foglie d’acanto sono una reminiscenza dell’eredità artistica e tecnica della tarda antichità in combinazione con il repertorio di artisti e artigiani del califfato. Il disegno del capitello è esemplificativo della transizione degli stili decorativi che hanno portato all’estetica astratta sviluppata durante i primi periodi della presenza musulmana in Spagna.





Lustro e lusso dalla Spagna islamica è curata da Filiz Çakır Phillip, ricercatrice specialista in Arte Islamica, già curatrice dell’Aga Khan Museum a Toronto e membro dell’Association of Art Museum Curators & AAMC Foundation di New York. L’evento nasce da un’idea della Fondazione Bruschettini condivisa con il MAO ed è stata resa possibile grazie al contributo di Maria Paola Ruffino, conservatrice di Palazzo Madama.
La mostra è il primo esito di un più ampio progetto di collaborazione con la stessa Fondazione e altre collezioni pubbliche e private, tra cui Palazzo Madama e la Aron Collection, che culminerà nell’ottobre 2023 con l’apertura di una grande mostra strutturata come un viaggio nel tempo dal periodo Tang (VII secolo d.C.) ai giorni nostri, un itinerario ideale dalla Cina al Mediterraneo, passando per l’Asia centrale, attraverso la lente delle relazioni, degli scambi e delle ibridazioni che hanno avuto origine da questo movimento. La mostra vuole anche gettare le basi per un consorzio di musei del Mediterraneo per avviare uno scambio di mezzi e conoscenze volto a facilitare la circolazione di opere e progetti.

Per tutto il periodo di apertura è previsto un ricco programma di incontri di studio, conferenze e momenti performativi, rituali e rassegne musicali.
L’esposizione è inoltre accompagnata da un apparato di approfondimento visivo e testuale che prevede, fra le altre cose, la pubblicazione di un libretto dedicato – distribuito gratuitamente all’interno della mostra – con testi, fra gli altri, di Cristina Maritano, conservatrice di Palazzo Madama, e Alberto Boralevi e video in LIS realizzati in collaborazione con l’Istituto dei Sordi, per una completa accessibilità del progetto.
INFORMAZIONI
Lustro e lusso dalla Spagna islamica. Frontiere liquide e mondi in connessione
Esposizione a cura di Filiz Çakır Phillip
1 febbraio – 28 maggio 2023
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
L’ingresso in mostra è incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.
Informazioni: www.maotorino.it
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