Il patrimonio artistico islamico presente in Italia è ricchissimo e tra i più rilevanti al mondo, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, ma caratterizzato da una spiccata dispersione sul territorio. Innumerevoli raccolte pubbliche e private ospitano, su tutta la penisola, opere importanti, a testimonianza di un interesse per le civiltà e arti del mondo islamico che si mantiene vivissimo e duraturo dal Quattrocento al Settecento, e di una reale funzione di ponte nel Mediterraneo svolta dal nostro Paese nel favorire contaminazioni tra influssi culturali di varia provenienza.
Bologna, con la sua antica Università fondata nel 1088, partecipa pienamente al clima di apertura internazionale, svolgendo un ruolo fondamentale nell’acquisizione di opere d’arte e nelle relazioni con le terre islamiche tra il XV e il XVIII secolo. Situata al confine tra lo Stato imperiale e quello papale, la città fu in grado non solo di costruire solidi legami commerciali e alleanze geopolitiche ma divenne un importante centro di mecenatismo artistico e culturale.

Scatola portapenne
Mosul (Iraq), prima metà XIII secolo
Ottone ageminato in oro e argento, cm 6,8 x 29 x 8,4
Provenienza: collezione Savorgnan
Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 2129

E proprio a riscoprire questa ricchezza e queste “contaminazioni” è dedicata la mostra Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna, che ha aperto i battenti oggi, 20 aprile, nel Lapidario del Museo Civico Medievale felsineo, dove resterà visitabile fino al 15 settembre 2024.

Nata da un importante progetto di ricerca scientifica tra Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna SOAS University of London, la mostra vuole valorizzare la collezione di materiali islamici, rari e di altissima qualità, appartenenti al patrimonio del Museo Civico Medievale, promuovendo nel contempo la riscoperta di vicende e percorsi che, da secoli, costituiscono una parte significativa della storia culturale di Bologna (e non solo).

Questo aspetto è chiarito dalla curatrice Anna Contadini nel suo saggio in catalogo: “Importante centro per la circolazione e la diffusione di oggetti d’arte provenienti dal mondo islamico, la città felsinea è stata fin dal Medioevo polo di attrazione per mercanti, collezionisti, artisti e studiosi. Il suo ateneo, conosciuto in tutto il mondo, ha offerto un valido supporto allo studio del patrimonio culturale che il mondo islamico ha prodotto nei campi della filosofia, della medicina, della tecnologia oltre che allo studio delle lingue, come l’Ebraico e l’Arabo. Grazie alla sua fitta rete di legami familiari e politici internazionali e al suo ruolo di centro culturale, Bologna ebbe il ruolo di un conduttore, da cui oggetti d’arte e idee ebbero modo di diffondersi dal mondo islamico al di là dei confini dell’Italia, verso Ungheria, Germania, Francia e ben oltre”.

Bruciaprofumi
Siria, prima meta del XV secolo
Ottone traforato con tracce di agemina d’argento, ø 9,5 cm
Provenienza: collezioni universitarie
Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 2116

La mostra Conoscenza e Libertà  – spiegano gli organizzatori – “vuole essere un’occasione per richiamare l’attenzione del pubblico sul prezioso nucleo di opere di arte islamica conservato al Museo Civico Medievale di Bologna, nella certezza che la loro conoscenza possa essere utile per superare pregiudizi e stereotipi. Attraverso la lente della decolonizzazione, il progetto espositivo intende contribuire a trasformare gli approcci ereditati sulla ricezione della creatività artistica musulmana e favorirne una più corretta comprensione, rivelando l’importantissima influenza che le culture materiali di produzione islamica hanno svolto sull’arte e sul pensiero occidentali”.
In Italia l’incontro tra Oriente e Occidente è stato caratterizzato dallo scambio, dall’adozione e dall’adeguamento – nelle tecniche, nei motivi e nei modelli – dei principali linguaggi con cui si è espressa nei secoli la cultura artistica islamica: dalla scrittura, iconografia principale e distintiva, ai filoni decorativi dell’ornato geometrico e dell’arabesco.

Una collezione nata dalla passione erudita

Maestro del 1314 (seguace di Jacopino da Reggio)
Frontespizio della Matricola dei Merciai
Bologna, manoscritto datato 1314
Pergamena, inchiostro, tempera e oro, cm 35 x 24,8
Provenienza: Bologna, sede dell’Arte dei Merciai
Bologna, Museo Civico Medievale, ms. 632
Veduta di allestimento

La cospicua presenza di oggetti islamici nelle collezioni bolognesi costituite da illustri personaggi bolognesi fin dalla seconda metà del XVIII secolo testimonia in effetti ancora oggi, nella loro ricchezza e varietà, una straordinaria lungimiranza e ampiezza di orizzonte culturali.
Esemplare è la vicenda del marchese Ferdinando Cospi (Bologna, 1606 – 1686), frequentatore della corte medicea fiorentina, dove ebbe certamente l’opportunità di familiarizzarsi con le rare cose d’Oriente. Seguendo le orme del celebre naturalista Ulisse Aldrovandi (Bologna, 1522 – 1605), nel 1672 egli donò al Senato cittadino la sua raccolta di reperti archeologici e di storia naturale, nuclei principali del Museo Cospiano ispirato alla Wunderkammer o “Stanza delle meraviglie”. La tradizione di collezionismo di arte orientale e mecenatismo verso le istituzioni pubbliche bolognesi si rinnovò nel Settecento con Luigi Ferdinando Marsili (Bologna, 1658 – 1730), generale e diplomatico, oltre che viaggiatore, geografo e naturalista erudito.

Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna
Veduta di allestimento
Museo Civico Medievale, Bologna, 2024
Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Medievale

Marsili mise a disposizione dell’Istituto delle Scienze e delle Arti, da lui stesso fondato a Bologna nel 1711, una ragguardevole dotazione di libri, un’attrezzatura scientifica d’avanguardia insieme a collezioni naturalistiche e a reperti archeologici raccolti durante le sue campagne militari e scientifiche o acquistati presso librai e costruttori di strumenti in varie parti d’Europa. Nell’Ottocento, l’eclettico Pelagio Palagi (Bologna, 1775 – Torino, 1860) fu influenzato dagli stilemi proprio dell’arte islamica nella sua attività di architetto, pittore e scultore. Nella sua collezioni di oltre 3.000 oggetti destinata al Comune di Bologna sono numerosi quelli provenienti da culture non occidentali.

Piatto
Valenza, 1513-1521
Ceramica decorato a lustro, (a) 6,3 cm, ø 47,2 cm
Provenienza: collezioni universitarie
Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 2789
Veduta di allestimento

38 manufatti esposti – tra metalli, ceramiche, maioliche, vetri e manoscritti – provengono da un’ampia fascia geografica del mondo islamico che si estende dall’Iraq fino a Turchia, Siria, Egitto e Spagna, e coprono un ampio arco cronologico, dall’inizio del XIII al XVIII secolo, rappresentando la produzione artistica delle dinastie Abbaside, Zangide, Ayyubide, Mamelucca e Ottomana. Anche gli esemplari spagnoli, prodotti tra il XV e il XVIII secolo, risentono di un’ispirazione islamica.
La tipologia maggiormente documentata in mostra è quella di oggetti di uso quotidiano realizzati in metalli ageminati, la cui lavorazione ebbe il massimo sviluppo tra XIII e XIV secolo in Iran e Afghanistan per diffondersi verso occidente fino all’Iraq.

Brocca
Siria o Egitto, tardo XIII secolo
Ottone ageminato in argento, cm 34,5 x 17,5
Provenienza: collezione Cospi
Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 2093


Anche nell’ambito della ceramica sono osservabili interessanti interazioni interculturali. Il Museo Civico Medievale di Bologna contiene alcuni dei migliori esempi di produzione ottomana provenienti da Iznik, l’antica Nicea, e alcuni dei più raffinati ed emblematici esempi di ceramiche spagnole-islamiche. Una tecnica decorativa che ebbe una grande influenza sulla produzione europea, fu inoltre quella della doratura e smaltatura dei vetri realizzata in Siria ed Egitto, particolarmente durante il XIII-XIV secolo (periodi tardo ayyubide e mamelucco).

Tra i pezzi esposti a Bologna, diversi sono riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale come capolavori assoluti. Solo per citarne alcuni: la scatola portapenne in ottone ageminato in oro e argento decorato da iscrizioni beneaugurali e poetiche; il bruciaprofumi ageminato in oro e argento, particolarmente interessante per lo scudo privo di decorazioni che compare al vertice di una delle due porzioni emisferiche e indica la destinazione del prodotto al mercato europeo; il vaso biansato del XV-XVI secolo appartenente alla celebre manifattura di ceramiche ispano-moresche delle botteghe di Manises; il piccolo flacone per profumo in vetro datato al XIII secolo, proveniente dalla Siria, considerato uno dei rari esemplari della vetraria della tarda epoca ayyubide o del primo periodo mamelucco. Altri oggetti utili per la comprensione della cultura islamica e dei suoi influssi sull’arte europea sono visibili nelle sale 1 e 20 dell’allestimento permanente del museo.

Fiala di vetro. Siria, XIII secolo. Vetro blu decorato a smalti policromi e oro, cm 17,5 x 7,8
Provenienza: collezione Pelagio Palagi
Bologna, Museo Civico Medievale, inv. 1395

Completa la mostra il catalogo Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna, a cura di Anna Contadini, contenente prefazioni di Eva Degl’Innocenti e delle conservatrici e dei conservatori dei Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, saggi di Anna Contadini e Mattia Guidetti, oltre alle schede di tutti gli oggetti esposti a cura di Anna Contadini, Mattia Guidetti e Farouk Yahya. Il volume è pubblicato da  Sagep Editori

Durante il periodo di apertura il pubblico può fruire di un’ampia proposta di attività collaterali – tra conferenze di approfondimento, visite guidate e laboratori – tutte a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili.

La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi, afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e con il Dipartimento di Storia Culture e Civiltà | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Alla curatrice Anna Contadini, professoressa ordinaria di Storia dell’arte islamica presso SOAS University of London, si affianca il comitato scientifico composto da Mattia Guidetti, Farouk Yahya, Silvia Battistini, Mark Gregory D’Apuzzo, Antonella Mampieri, Giancarlo Benevolo, Massimo Medica e Ilaria Negretti.

La mostra costituisce una parte importante del progetto di ricerca “The Bologna Nexus”, dedicato alle collezioni di arte islamica, manoscritti e documentazione correlata a Bologna, insieme a quelle di Modena e Ferrara, con riferimenti anche a Mantova, soprattutto per quanto riguarda gli Estensi, che culminerà in una monografia di Anna Contadini dal titolo The Bologna Nexus: Islamic Art and Scholarship.

L’iniziativa espositiva fa inoltre parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.


Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna
Bologna, Museo Civico Medievale
Via Alessandro Manzoni 4
20 aprile – 15 settembre 2024

Informazioni
www.museibologna.it/arteantica

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