SCOPERTE / Trieste, sul colle San Giusto il primo “focolare” prova che era abitato in epoca preromana

Sul Colle di San Giusto, a Trieste, spuntano le tracce di un focolare protostorico, forse appartenente a una capanna, databile fra la tarda fine dell’età del bronzo e l’età del ferro (IX-VI secolo a.C.), la prova della presenza di insediamenti preromani nell’area del colle. Gli archeologi: “E’ uno dei più importanti ritrovamenti degli ultimi decenni”.

di Redazione (foto ©Sapab Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio – Friuli Venezia Giulia)

L’area di scavo (Foto: ©Sabap FVG)

Durante i lavori di sostituzione delle vecchie condotte in via Capitolina sul colle di San Giusto sono stati rinvenuti alcuni resti archeologici giudicati dalla Soprintendenza “uno dei più importanti ritrovamenti degli ultimi decenni, che dimostra la presenza di insediamenti preromani nell’area del colle”. La scoperta è avvenuta durante i lavori di risanamento e ammodernamento delle reti gas, acqua ed energia elettrica sul Colle di San Giusto intrapresi da AcegasAspAmga: lavori coinvolgono via Rota (tra i civici 3 e 7), via Capitolina e via del Castello, nel tratto compreso tra la piazza della Cattedrale e l’intersezione con via delle Monache / piazza San Cipriano.

Ancora l’area di scavo (Foto: ©Sabap FVG)

Ed è proprio nella piazza della Cattedrale che i tecnici di Archeotest srl, incaricati da AcegasApsAmga hanno identificato una scoperta di assoluto rilievo: un focolare risalente all’età protostorica che confermerebbe la tesi di un insediamento sul castello di San Giusto in epoca preromana. La sequenza stratigrafica è completamente nuova e inedita per l’area: una sistemazione di pietre di forma e dimensioni diverse e con andamento nord-sud in connessione con un’area circolare, scottata dal fuoco e coperta in parte da un accumulo di cenere. Le caratteristiche del contesto permettono di ipotizzare la presenza di una struttura realizzata con materiali deperibili, probabilmente una capanna con al centro un focolare. Un secondo livello di calpestio, individuato subito a nord di questo e in relazione con la cenere, potrebbe indicare più livelli di frequentazione della stessa struttura. I materiali ceramici (per lo più frammenti di pareti) rinvenuti all’interno di questa sequenza stratigrafica sono riferibili ad un periodo compreso fra la tarda fine dell’età del bronzo e l’età del ferro (IX-VI secolo a.C.).

Particolare delle murature (Foto: ©Sabap FVG)

Di altrettanto interesse è la risistemazione che, a distanza di svariati secoli, si imposta direttamente sopra i livelli protostorici, ed è invece riconducibile ai più antichi momenti della presenza romana a Trieste. Quasi tutta l’ampiezza del saggio è infatti interessata dalla preparazione di una superficie pavimentale (a cui appartengono probabilmente dei blocchi di cocciopesto, trovati nella distruzione superiore), che a sua volta si collega con un imponente pilastro (m 1,20 x 1,20, per un’altezza conservata di circa un metro): eseguito con grande cura, esso conserva tre dei quattro lati ancora coperti da intonaco di colore bianco, dello stesso tipo degli abbondanti frammenti recuperati in uno scarico di materiale edilizio, comprendenti anche elementi modanati, che ci riportano al primo stile pompeiano (risalente ad epoca repubblicana).

La tegola con il bollo T.R.DIAD, emersa in un precedente scavo sull’area (Foto: ©Sabap FVG)

Purtroppo sono molto scarsi finora i materiali associati (il citato scarico che conteneva gli intonaci ha restituito anche un bollo su tegola T.R.DIAD, già documentato nel territorio di Trieste, si segnalano inoltre, fra i più antichi, alcuni frammenti in ceramica a vernice nera). Gli elementi inducono a riconoscere la presenza sul colle di San Giusto di un importante edificio pubblico in epoca ancora antecedente alla colonia cesariana, forse un portico o un santuario affacciato sul margine settentrionale del ripiano.

Non è la prima volta che la collaborazione tra AcegasApsAmga e Soprintendenza frutta importanti ritrovamenti: a fine 2020 infatti, nell’ambito di una riparazione idrica in via della Cattedrale, a pochi metri dalla di San Giusto erano stati ritrovati importanti reperti tra cui un imponente muro di epoca basso-medievale ed i resti di un frantoio di epoca tardo-romana – che conservava ancora sul fondo i resti della lavorazione delle olive – che a sua volta reimpiegava un’iscrizione monumentale di epoca alto-imperiale. Inoltre, sempre nell’ambito della sostituzione delle condotte del gas in ghisa grigia, a inizio 2019 era stata identificata in via Montecucco la presenza di un tracciato stradale di età imperiale romana.

Fonte: Sabap Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio – Friuli Venezia Giulia)

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