GÖTEBORG – Nuova interpretazione per la celebre stele di Rök (Ög 136),  primo esempio conosciuto di iscrizione runica in pietra. A formularla è il prof. Per Homberg, ricercatore dell’Università di Göteborg, secondo il quale non si tratterebbe di un testo epico o funebre ma di una esaltazione quasi “magica” della scrittura.

Conservata nella chiesa svedese di Rök, in Östergötland, la stele contiene tra gli altri i nomi del re goto Teodorico e del dio Thor e fu incisa verso la  fine del IX secolo.  Dalla sua scoperta, avvenuta negli anni Quaranta del ‘900, gli studiosi hanno proposto svariate letture e interpretazioni. Tra le più accreditate finora è la teoria che si tratti di una stele funeraria fatta scolpire da un certo Varinn, forse un capotribù,  in memoria del figlio Vémóðr/Vámóðr morto in battaglia (la battaglia del Brávellir?) o sacrificato agli dei dopo la conversione della moglie al Cristianesimo ad opera di sant’Oscar. Nessuna delle interpretazioni finora formulate, però, è stata considerata definitiva.

Secondo il prof. Homberg, che ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla rivista Futhark: The International Journal of Runic Studiesla pietra avrebbe poco o nulla a che fare con la celebrazione dinastica di eroi e divinità e con l’esaltazione di gesta e battaglie ma sarebbe un vero e proprio monumento eretto al potere della scrittura runica, capace di tramandare la memoria e onorare i morti. Anche quando si fa riferimento alle battaglie, sostiene il prof. Homberg, si allude in realtà ad azioni propriamente linguistiche: gli stessi  24 “re” cui si fa riferimento alla fine dell’iscrizione non sarebbero affatto sovrani ma le rune stesse.

Secondo lo Swedish National Heritage Board sono circa 7mila le iscrizioni runiche sparse nel mondo, la metà delle quali furono realizzate in Età vichinga. Le più antiche risalgono al III secolo d. C., ma la maggior parte fu eretta tra il X e l’XI.

© Elena Percivaldi – © Perceval Archeostoria – All rights reserved. Nessuna parte di questo blog può essere riprodotta senza citare la fonte o senza permesso.

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